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La risposta a Piccioni: «Pensi a come veniva gestito l'ente»



LAMEZIA TERME L’assessore e il vicesindaco ritornano alle loro famiglie, alle loro vite di cittadini e di professionisti. Ma non prima di avere ringraziato il sindaco per la fiducia, avergli augura…

Pubblicato il: 08/04/2016 – 15:41
La risposta a Piccioni: «Pensi a come veniva gestito l'ente»



LAMEZIA TERME L’assessore e il vicesindaco ritornano alle loro famiglie, alle loro vite di cittadini e di professionisti. Ma non prima di avere ringraziato il sindaco per la fiducia, avergli augurato buona fortuna e avere replicato con cinque pagine fittissime di comunicato al consigliere d’opposizione Rosario Piccioni (già assessore ai Lavori pubblici nella precedente giunta di centrosinistra guidata da Gianni Speranza) che giusto 24 ore prima aveva plaudito alla decisione di Mascaro di evitare il dissesto. «Le dichiarazioni del vicesindaco Caglioti e dell’assessore Puteri, sconfessate ieri dallo stesso sindaco, denotano una totale assenza di visione politica, una mancata capacità di assunzione delle proprie responsabilità, che liquida il tutto con soluzioni tecniche e ragionieristiche anche a costo di far precipitare la città», scriveva Piccioni. 
«Appare paradossale, per come dicevamo, che chi, come noi, ha lavorato alacremente ventiquattr’ore al giorno per scongiurare il dissesto venga tacciato oggi con il neologismo di “dissestista” e chi invece negli ultimi dieci anni ha creato impudentemente ed imprudentemente le condizioni di un possibile dissesto mediante scellerate politiche di mancata riscossione e di spesa fuori controllo si erga oggi a soggetto politico “responsabile” andando “pro domo sua” in soccorso della maggioranza», scrivono in una nota congiunta Caglioti e Puteri. 
«Non siamo mai stati, e mai saremo, favorevoli alla dichiarazione di dissesto atteso che abbiamo condiviso lo spirito che ha guidato sin dal primo giorno il nostro Sindaco Paolo Mascaro e atteso che, attraverso la nota interna e riservata che abbiamo inviato alla dirigenza del Comune e che incredibilmente è stata resa pubblica e diffusa a mezzo stampa, ci siamo “responsabilmente” limitati a redigere un’analisi delle criticità strutturali dell’ente, a prescrivere una cura di rigore per evitare il possibile default ed a rappresentare le conseguenze se quella cura non fosse stata effettivamente seguita».



LE RESPONSABILITÀ DELLA BUROCRAZIA COMUNALE… «A distanza di dieci mesi dal nostro insediamento, infatti, abbiamo dovuto nostro malgrado prendere atto che le misure veramente necessarie ad evitare il peggio, nonostante gli sforzi di sindaco, assessori e cittadini, non erano state effettivamente adottate dalla burocrazia comunale verso la quale quella nota interna e riservata era dichiaratamente ed esclusivamente indirizzata», continuano i due dimissionari.


…E PREGRESSE RESPONSABILITÀ Al consigliere Piccioni vengono lasciati dei quesiti non proprio facili da masticare: «Avremmo voluto, infatti, aprire con il consigliere Piccioni un dibattito politico sulle pregresse e “politicamente orientate” modalità di gestione dell’ente e, quindi, su specifiche pratiche di interesse pubblico come il debito dell’acqua verso la Regione Calabria eliminato dal bilancio, la gestione delle utenze in regime di salvaguardia perché sottostimate nelle previsioni contabili e non pagate ai fornitori, le modalità di conferimento post aggiudicazione definitiva del project financing di Piazza della Repubblica, i criteri di scelta degli aggiudicatari e dei programmi di software assolutamente non funzionanti, le modalità di affidamento di servizi e di concessione in comodato gratuito del patrimonio immobiliare del Comune anche in prossimità delle elezioni, l’ordinativo dei lavori di pulizia straordinaria del teatro Grandinetti in occasione della sua inaugurazione, l’affidamento diretto alle cooperative di tipo B dell’appalto sulla raccolta differenziata, la mancata adozione del regolamento e dell’ufficio per il controllo analogo imposto dalla legge per la Lamezia Multiservizi Spa, l’ammontare delle spese legali presso la società in house, la costituzione di un ufficio stampa presso la stessa sofferente società e chi più ne ha più ne metta. Ci saranno altre occasioni in cui potremo imparare i metodi della “politica orientata”. Tant’è, ma è necessario, per come forse è anche giusto, ritornare sull’argomento tirato in ballo dal Consigliere Rosario Piccioni al fine di fare un po’ di chiarezza».



UN DEBITO DA 14 MILIONI PER L’ACQUA «Nel corso di una riunione di Giunta si è venuto a sapere, per puro caso ed in riferimento ad pregresso contatto con un legale esterno, della sussistenza di un debito del Comune di Lamezia Terme di € 14.166.147,00 verso la Regione Calabria per forniture di acqua all’ingrosso relative agli anni 2001, 2002, 2003, 2004 e 2007. Debito rimasto ignoto all’amministrazione Mascaro fino a quel giorno. Si è scoperto, allora, che il debito era stato riconosciuto dalla Giunta Speranza con la delibera n.433 del 28.06.2006, con la quale si approvava anche un piano di rateizzazione decennale. La giunta Speranza pagava le sole prime due rate e poi nulla. Peraltro, il debito era stato in gran parte (precisamente per euro 13.175.683,15) compensato con quanto dovuto alla partecipata Lamezia Multiservizi Spa essendo il costo dell’acqua potabile a carico della stessa a decorrere dal 04 Settembre 2000. Quindi, il Comune ha incassato il corrispettivo dell’acqua dai cittadini e recuperato le somme dalla Lamezia Multiservizi Spa ma non le ha mai riversate alla Regione Calabria. La posta debitoria residua non è stata rinvenuta dall’attuale amministrazione nella contabilità dell’ente perché cancellata, senza la qualsivoglia forma di giustificazione sostanziale o anche meramente formale, sembra nel 2008. Con lo stesso metodo venivano cancellate tutte le lettere successive del 2009, del 2012 e del 2014 con le quali la Regione Calabria lamentava il mancato pagamento del debito. Oggi, quindi, c’è una nuova Icom alla quale fare fronte, sempre mettendo le mani nelle tasche dei cittadini lametini». Quello che Caglioti e Puteri riversano nella nota indirizzata al consigliere Piccioni è un bilancio pesante, riba da Corte dei conti, non sassolini tolti dalle scarpe ma veri e propri macigni.



I FANTASMI DEL BILANCIO «Nel gennaio del 2016 è stato è richiesto ai dirigenti con varie note (chiediamo scusa a Rosario Piccioni perché, forse, avremmo dovuto chiederlo per telefono e non per iscritto ma, da esperto legale qual è dovrebbe saperlo, “verba volant” e “scripta manent”) di effettuare una verifica generale sullo stato del recupero delle entrate, sull’effettivo grado di copertura globale dei servizi a domanda individuale, sull’entità dei debiti scaduti, sull’eventuale maturare di interessi di mora, sulla esistenza di ulteriori debiti fuori bilancio, sulla generale situazione finanziaria. Tutte verifiche doverose che un amministratore attento deve effettuare per verificare la tenuta del piano di riequilibrio. E’ giunta invece notizia di altri “fantasmi”; questa volta fatture “rifiutate” per 1.725.000,00 euro (per gas, energia elettrica ed acqua) senza valide ragioni, lasciate decantare nei cassetti mentre maturavano interessi di mora, ovviamente prive di copertura in bilancio».



MILIONI DI EURO DI IMPOSTE PERSE «Ad inizio 2016 è stato richiesto al dirigente delle Entrate di effettuare un report sull’invio degli avvisi 2010 e 2011 effettuato nel secondo semestre del 2015. Gli incassi si erano attestati intorno al 10-15% di guisa che c’era qualcosa che non quadrava. Dal report è risultato che su un totale di 10.131 di plichi “postalizzati” ben 1.762 erano “inesitati”, ovvero non pervenuti al destinatario perché non ritirati per compiuta giacenza o non recapitati per indirizzo inesatto, inesistente o insufficiente o perché il destinatario è risultato sconosciuto o trasferito. Si ha ragione di ritenere che analoga situazione si sia verificata negli anni precedenti, dato che gli avvisi di liquidazione venivano emessi quasi l’ultimo giorno utile (ricordiamo l’invio, tra Natale e Capodanno del 2014, degli avvisi 2009). Quanti milioni di euro per Ici ed altro sono stati persi? E perché? Al 15 febbraio 2016 l’anagrafe registrava 7.572 individui i
scritti in vie senza numero civico o in contrade; individui non raggiungibili dalla posta e quindi esenti da ogni imposta. Tutto ciò dopo un censimento effettuato nel 2012».



IL FUTURO NON È ROSEO La conclusione ironica e amara a cui giungono Caglioti e Puteri non fa prevedere per Lamezia un roseo futuro. «Andiamo avanti pagando quello che possiamo, se e quando possiamo, ben consapevoli che residuano circa €.1.700.000,00 di debiti 2014, €.10.000.000,00 di debiti 2015 e 2016, oltre ai €.24.000.000,00 di debiti della Lamezia Multiservizi Spa ereditati dalla gestione Miletta, ai debiti fuori bilancio per sentenze che arrivano ogni giorno, ai debiti per smaltimento rifiuti alla Regione Calabria, ai debiti da rendicontazioni, e chissà quali altri “fantasmi”. Poi aspettiamo l’anticipazione di liquidità di fine anno (se verrà) e facciamo un altro mutuo in forza del quale tra trent’anni, quando Rosario Piccioni sarà addirittura nonno, i suoi nipotini pagheranno ancora i corrispettivi dei servizi di cui oggi usufruiamo e che, tuttavia, non riusciamo a pagare».

ale. tru.

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