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Charlie Hebdo a Cosenza: «No all’oscurantismo»

COSENZA L’irriverenza della satira e il coraggio di non smettere di reclamare il diritto anche alla blasfemia. Una giornata tutta intera – nel pomeriggio si continuerà presso il Museo del fumetto d…

Pubblicato il: 09/04/2016 – 12:40
Charlie Hebdo a Cosenza: «No all’oscurantismo»

COSENZA L’irriverenza della satira e il coraggio di non smettere di reclamare il diritto anche alla blasfemia. Una giornata tutta intera – nel pomeriggio si continuerà presso il Museo del fumetto di Cosenza – dedicata a raccontare e difendere gli spazi di libertà, alla presenza di Coco e Marika Bret, della redazione di Charlie Hebdo dentro un’aula dell’Unical ben piena malgrado fosse sabato mattina. Le due redattrici del settimanale satirico francese, che lo scorso anno è stato bersaglio della violenza terroristica, hanno scelto Cosenza e il Museo del fumetto per parlare del loro modo di fare giornalismo «perché ci è piaciuto il progetto». A sedurle è stato Luca Scornaienchi, responsabile artistico del Museo, così tra notevoli misure di sicurezza, garantite non solo dalla polizia italiana, ma pure dalla presenza di agenti francesi, le due giornaliste hanno discusso con studenti e ricercatori dell’Unical del rapporto complesso tra democrazia e satira, spazi di libertà e censure sempre in agguato. Il dibattito ha attraversato i territori dentro i quali si muove la battaglia tra censura e libertà di espressione, dalle condizioni in cui si agita la satira nel mondo islamico, spiegate da Valentina Panico, fino alla situazione spesso assai triste in cui si trova il giornalismo nostrano. Dal global al local, per giungere a storie di censura che pur consumandosi a latitudini di provincia, replicano ugualmente meccanismi odiosi di ingerenze del potere sul lavoro dei giornalisti. Come ha abilmente raccontato il video realizzato da Rosamaria Aquino, giornalista cosentina che per aver indagato sugli appalti del Comune di Cosenza ha pagato un prezzo molto alto. Ma la censura pur avendo facce spesso diverse, è sempre mossa dalla pretesa di decidere cosa si può sapere e cosa invece deve restare segreto. Quindi in Italia può succedere che su suggerimento della Cei si censurino pellicole cinematografiche che non piacciono al Vaticano, come ha spiegato Dotanella Loprieno. Di contro i diritti non cessano di reclamare a gran voce la propria esistenza, compreso il diritto «alla blasfemia», perché questa accusa, ha spiegato la storica Antonella Salomoni, «è sempre stata usata per ridurre la libertà religiosa».
In tempi cupi di terrore e spavento, quali indubbiamente stiamo vivendo, riemerge la mai sopita tentazione di scambiare la riduzione dei diritti con la promessa della sicurezza. Contro questo infausto negoziato resta appuntita la matita di Charlie Hebdo, che «ha sempre combattuto contro l’oscurantismo». Nel pomeriggio nelle antiche stanze del Museo del fumetto saranno mostrate le più belle copertine del settimanale francese e si svolgeranno incontri ed eventi.

Michele Giacomantonio
redazione@corrierecal.it

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