REGGIO CALABRIA Chi vorrà piangere Domenico Polimeni lo dovrà fare in forma privata e senza clamore. Lo ha deciso il questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi, che a garanzia dell’ordine e della sicurezza pubblica, ha disposto il divieto dei funerali in forma pubblica e solenne, consentendo la partecipazione alle esequie solo dei più stretti congiunti del defunto. Nel frattempo, proseguono a ritmo serrato le indagini sull’agguato che domenica notte è costato la vita a Polimeni ed ha provocato gravi ferite all’ex pentito Giuseppe Greco. Era lui – adesso gli inquirenti ne sono certi – il reale bersaglio dei sicari, ma su mandanti ed esecutori è ancora buio fitto. Di certo però – filtra dalla Procura – l’episodio è sintomatico di un clima di frizioni, allo stato interne a Calanna, che potrebbe non essere estraneo né al controverso percorso di Greco, né ai tanti interessi che attorno al piccolo, ma strategico, locale girano.
UN LOCALE CERNIERA Frazione preaspromontana della zona nord della città, tradizionalmente cerniera fra i casati di Archi e l’area grande della montagna che ricadeva sotto il dominio del “banchiere delle ‘ndrine” don Rocco Musolino, Calanna nella storia della ‘ndrangheta reggina ha giocato un ruolo indirettamente proporzionale alla propria ridotta demografia.
UN BUSINESS STRATEGICO Per quanto – allo stato – non risulti che i suoi clan abbiano partecipato alla gestione, gelosamente in mano al direttorio della ‘ndrangheta reggina, dell’impianto di smaltimento rifiuti di Sambatello, è al locale di Calanna che è toccato “vegliare” su quella che gli inquirenti considerano una delle tante caselle cittadine della scacchiera grande delle municipalizzate. Un business – è emerso dalle inchieste e hanno confermato le sentenze – che ha reso vere e concrete le regole forgiate dalla ‘ndrangheta all’indomani del secondo conflitto cittadino, assicurando quel regime di concordia che ha cancellato gli schieramenti fra casati, cesellati a suon di morti fra l’85 e il ’91.
LA STRADA PROMESSA Ma lo smaltimento dei rifiuti e la gestione dell’impianto non sono gli unici affari strategici che abbiano interessato – quanto meno in termini geografici – il locale di Calanna. Dopo anni di annunci e smentite, poco meno di un mese fa sono ripartiti i lavori del III Lotto della Gallico-Gambarie , l’ultimo tratto della strada a scorrimento veloce destinata ad attraversare Calanna, Laganadi, Sant’Alessio d’Aspromonte, Cerasi, Schindilifà, Podargoni e Santo Stefano d’Aspromonte. Un’infrastruttura per lungo tempo promessa, ma mai realizzata, oggi ripartita di gran carriera perché ricollocata fra tra le opere strategiche della programmazione 2014/2020.
APPALTI CHE FANNO GOLA Per la Vallata del Gallico, significa anni di cantieri e lavori, per i clan che la abitano appalti e subappalti. “Un’occasione” che anche la ‘ndrina di Calanna potrebbe aver tentato di non lasciarsi sfuggire. Il problema – si lascia scappare qualche investigatore – è che adesso gli assetti a Calanna sono tutto fuorché chiari. Il controverso e breve “pentimento” di Peppe Greco potrebbe aver infatti cambiato le regole del gioco.
IL RITORNO DELL’EREDE Ad ottobre, dopo essersi reso irreperibile per diverse udienze, di fronte ai giudici del processo d’appello Cage, l’erede di don Franco rifiuta di rispondere alle domande di pg e avvocati e annuncia di non voler più collaborare con i magistrati. Qualche tempo dopo si fa rivedere a Calanna. Ma il suo ritorno – stando ad alcune ipotesi – potrebbe aver provocato più di una fibrillazione. Mentre Greco era sotto protezione, il locale ha continuato a lavorare. Allo stato non è chiaro se sia stato chiuso o sospeso, tanto meno chi sia diventato il referente del direttorio in quella zona strategica. Quello che per inquirenti e investigatori è ragionevolmente certo, è che Greco sia tornato con la voglia di riprendersi tutto. Le sue aziende, i suoi appalti, il suo locale, i suoi soldi. Un atteggiamento che potrebbe aver alterato gli equilibri della zona, come dimostrerebbe il tentato omicidio di Antonio Princi, storico uomo della cosca Greco.
EPISODIO ANCORA OSCURO Braccato da due uomini a bordo di un’auto, Princi si è salvato da chi aveva deciso di toglierlo di mezzo solo sfondando i cancelli d’ingresso dell’impianto di smaltimento di Sambatello, per rifugiarsi all’interno della struttura. Spiazzati, gli inseguitori si sono dileguati prima che qualcuno prestasse loro attenzione. Anche Princi – che si sappia – non avrebbe idea di chi possa volerlo morto. Un episodio che – per quanto noto al momento – nessuno è in grado di interpretare a pieno. Princi era ancora vicino alla cosca Greco? Al ritorno dell’ex pentito, si era sottomesso al suo volere e al suo comando? O in assenza dell’erede di sangue del locale ha guadagnato gradi e responsabilità cui non vuole rinunciare?
PROBLEMI DI CALANNA Questioni aperte, cui investigatori e inquirenti stanno cercando di dare risposta, anche per sciogliere un interrogativo di base: quell’agguato in cui Greco è rimasto ferito e Polimeni ha perso la vita è una risposta al tentato omicidio di Princi o è da ricondurre alla medesima strategia di attacco allo storico clan? In ogni caso – mormora chi indaga – quanto meno per adesso l’escalation di violenze sembra riguardare una questione tutta interna al locale di Calanna. Ma potrebbe non essere così per molto. Perché in ballo ci sono affari importanti e delicati che i riflettori richiamati da fatti di sangue potrebbero far saltare o comunque mettere in discussione.
IL NUOVO “PACCHETTO COLOMBO” La Vallata del Gallico, di cui Calanna fa parte, è in prima fila per beneficiare dei 130 milioni di euro in arrivo per la costituenda città metropolitana. A rappresentarne da tempo gli interessi, tanto da farsi promotore di progetti e convention, che gli sono valsi addirittura un invito in commissione consiliare, è il Forum Reggio Nord 2020.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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