RENDE La campagna elettorale del 2011 rappresenta un ricordo con dei punti fermi per l’ex candidato a sindaco di Rende Amerigo Castiglione. Castiglione non venne eletto ma divenne consigliere d’opposizione. Per questo motivo lo scorso 5 aprile è stato sentito negli uffici della Procura di Catanzaro, quale persona informata sui fatti, circa il “Sistema Rende”, l’inchiesta giudiziaria della Dda del capoluogo che ha portato agli arresti domiciliari, lo scorso 23 marzo, noti esponenti del mondo politico cosentino: Sandro Principe, Pietro Ruffolo, Giuseppe Gagliardi, Umberto Bernaudo e Rosario Mirabelli. L’accusa nei confronti degli indagati è di concorso esterno in associazione mafiosa per avere operato condotte di favore nei confronti di esponenti della cosca Lanzino-Ruà in cambio di sostegno elettorale. L’operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza e coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Luberto e dal sostituto Pierpaolo Bruni ha portato anche a un provvedimento restrittivo notificato in carcere nei confronti di elementi di spicco del clan: Adolfo D’Ambrosio, Michele Di Puppo, Francesco Patitucci, Umberto Di Puppo e Marco Paolo Lento.
A proposito di D’Ambrosio, Castiglione davanti al pm Bruni afferma: «Conoscevo e conosco di vista il D’Ambrosio. Non posso escludere che egli si sia recato nel locale adibito a comitato elettorale che appoggiava la mia candidatura a sindaco con riguardo alle elezioni comunali del 2011». Ma il suo ricordo non è nitido perché la sede di Castiglione era frequentata «da una moltitudine di gente». Una cosa però l’ex consigliere comunale la ricorda: «Ricordo, invece, in modo assolutamente nitido che Rosario Mirabelli, in occasione della campagna elettorale 2011, ebbe a riferirmi di aver parlato con il D’Ambrosio e quest’ultimo gli aveva promesso un sostegno elettorale quale capo-lista della coalizione che avrebbe appoggiato Mirabelli e la sua lista». Castiglione non ricorda se Mirabelli gli disse che D’Ambrosio avrebbe appoggiato anche lui come candidato a sindaco ma, ci tiene a precisare, «non ho mai chiesto voti a D’Ambrosio».
LE ASPIRAZIONI DI MIRABELLI E I DUBBI DI CASTIGLIONE Mirabelli fa sapere a Castiglione che D’Ambrosio, per il 2011, non avrebbe dato sostegno elettorale «a differenza di quanto aveva fatto in passato» per la coalizione di cui era leader Sandro Principe e che sosteneva come sindaco Vittorio Cavalcanti, ma si rendeva disponibile per «fare campagna elettorale per la coalizione di Mirabelli». Amerigo Castiglione riferisce agli inquirenti di non avere dato credito alle parole di Mirabelli poiché «era notorio che D’Ambrosio avesse appoggiato e appoggiava elettoralmente l’onorevole Principe nonché le coalizioni di cui egli era esponente apicale». Lo stesso Castiglione afferma di avere visto, mentre svolgeva campagna elettorale per la sua coalizione, nelle precedenti elezioni (che si riferiscono a campagne elettorali che vanno dal 1999 al 2011), Adolfo D’Ambrosio «che faceva campagna elettorale e richiedeva il voto a favore dell’onorevole Principe». Ma non basta, l’ex candidato rafforza le sue affermazioni: «Sono a conoscenza di ciò in quanto anche elettori ai quali io chiedevo espressamente il voto in mio favore mi riferivano a loro volta di essere stati richiesti dal D’Ambrosio di votare per l’onorevole Principe o comunque per candidati facenti parte di coalizioni di cui l’onorevole Principe era esponente politico».
LE COOPERATIVE LA CAMPAGNA ELETTORALE PER PRINCIPE Su un dato Castiglione non ha dubbi e i suoi occhi, è sicuro, non lo hanno ingannato, ossia di «avere visto con i miei occhi anche svolgere campagna elettorale attraverso la richiesta di voti e anche l’affissione di manifesti» da parte di appartenenti alla cooperativa alle cooperative che venivano finanziate dal Comune di Rende. «Tra le cooperative annovero certamente la Rende 2000 e i suoi dipendenti oltre che i dipendenti della società in house Rende Servizi Srl. Ovviamente non posso fare riferimento a tutti i dipendenti ma ad una larghissima maggioranza. Dico ciò perché io stesso conoscevo i singoli soggetti che svolgevano tale attività». Sono quelle stesse cooperative che, secondo gli inquirenti, erano il terreno di scambio di favori con la cosca. «Alcuni collaboratori dicono che quando si parlava della cosca Lanzino-Ruà si diceva che la cosca aveva a disposizione una cooperativa che era stata creata per loro ed era stata creata in cambio di favori elettorali», ha detto nel corso della conferenza stampa il procuratore vicario di Catanzaro Giovanni Bombardieri.
QUELLA PAURA DURANTE LE CAMPAGNE ELETTORALI Secondo Amerigo Castiglione era «scontato» che i dipendenti delle coop votassero Principe e facessero campagna per lui. Inutile chiedergli il voto. E quando ci si provava «il mio interlocutore, quasi spaventato, mi chiedeva di allontanarmi per non metterlo in difficoltà poiché qualcuno avrebbe potuto pensare di una sua vicinanza nei miei confronti e ciò gli avrebbe creato difficoltà lavorative». Ma non erano solo i dipendenti delle coop ad avere timori. Anche dipendenti e dirigenti comunali – racconta l’ex candidato a sindaco –, nel corso delle campagne elettorali stavano sulle spine e manifestavano le stesse reazioni. «In taluni casi, addirittura, nel mentre io mi avvicinavo questi mi giravano le spalle». Un atteggiamento che si manifestava solo in campagna elettorale perché al di fuori di questo periodi «i rapporti erano normali». Secondo Castiglione la ragione del comportamento dei dipendenti delle coop, del Comune e dei dirigenti era dovuto al fatto che «sia i primi che i secondi che i terzi ricoprivano i rispettivi ruoli in quanto ivi collocati nel tempo da parte della maggioranza che ha gestito il Comune negli anni e quindi quella facente capo all’onorevole Principe». Castiglione afferma di avere appreso dai giornali della presenza dei boss Ettore Lanzino e di Di Puppo all’interno delle cooperative. E questo perché, nonostante l’opposizione avesse in più occasioni chiesto l’elenco dei nominativi dei dipendenti della cooperativa Rende 2000, la maggioranza lo aveva sempre negato. Altri personaggi delle coop attivi per Principe, però, Castiglione li ricorda e ne fa i nomi: Corrado Praticò, che affiggeva manifesti elettorali, Francesco Lavalle, attivo per i comizi, e poi Carmine Delle Donne e un tipo di nome Mario. Gli ultimi due nomi, in particolare, sono legati a un episodio relativo alla campagna elettorale del 2006. Castiglione li vide «in corrispondenza della sopraelevata di Rende in località Commenda» che staccavano i suoi manifesti elettorali poco dopo la loro affissione. Castiglione, racconta, rimase allibito, «non volli scendere al loro livello», non attaccò briga ma si limitò a far notare la sua presenza e «allargai le braccia dicendo loro “questi siete” e per evitare discussioni me ne andai».
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
x
x