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TSUNAMI RENDE | Principe resta ai domiciliari

COSENZA Sandro Principe resta ai domiciliari. ll Tribunale della libertà di Catanzaro ha rigettato la richiesta di scarcerazione per l’ex sindaco di Rende e ha revocato la misura di arresti domicil…

Pubblicato il: 11/04/2016 – 14:24
TSUNAMI RENDE | Principe resta ai domiciliari

COSENZA Sandro Principe resta ai domiciliari. ll Tribunale della libertà di Catanzaro ha rigettato la richiesta di scarcerazione per l’ex sindaco di Rende e ha revocato la misura di arresti domiciliari per Pietro Ruffolo, Giuseppe Gagliardi, Umberto Bernaudo e Rosario Mirabelli. I politici, finiti ai domiciliari il 23 marzo scorso nell’ambito dell’operazione denominata “Sistema Rende”, sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e di aver ricevuto il sostegno elettorale del clan Lanzino-Ruà. La decisione di revoca dei domiciliari è stata determinata dal venire meno delle esigenze cautelari per i quattro, ma non è venuta meno la gravità indiziaria. Revocata, allo stesso modo, anche la misura degli arresti domiciliari per Marco Paolo Lento, presunto intermediario tra i politici e la cosca, difeso dall’avvocato Giuseppe Manna.
I difensori degli indagati (tra gli altri gli avvocati Franco Sammarco, Marco Amantea, Franz Caruso, Francesco Tenuta, Giovanni Merante, Francesco Calabrò, Carmela Mirabelli) nei giorni scorsi hanno portato all’attenzione del giudice elementi che dimostrerebbero l’estraneità dei loro assistiti ai fatti contestati, insistendo per la scarcerazione. Ma prima delle loro discussioni il procuratore aggiunto della Dda, Vincenzo Luberto, e il sostituto Pierpaolo Bruni – che firmano l’inchiesta sulle presunte collusioni tra ‘ndrangheta e politica a Rende – avevano depositato nuovi atti. Si tratta di un verbale con le dichiarazioni di Amerigo Castiglione, candidato a sindaco di Rende nel 2011, e una nota del segretario comunale di Rende relativa alla nomina a dirigente di Ernesto Lupinacci. Nel primo pomeriggio di lunedì il Riesame, presieduto dal giudice Valea, ha comunicato ai difensori la decisione: misura cautelare revocata per tutti tranne che per Principe.
Nella stessa inchiesta sono coinvolti anche alcuni presunti esponenti della cosca Lanzino-Ruà: per loro il gip lo scorso 23 marzo ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Si tratta di Michele e Umberto Di Puppo (difesi dall’avvocato Marcello Manna); di Adolfo D’Ambrosio (difeso dall’avvocato Cesare Badolato), e di Francesco Patitucci. Secondo l’impianto accusatorio, il clan avrebbe procacciato voti per l’ex sottosegretario al Lavoro Sandro Principe e per gli altri politici indagati che farebbero parte della coalizione del «rais di Rende» e in cambio avrebbero ottenuto favori, denaro e anche assunzioni in cooperative del Comune.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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