Estorsioni a Rende, l'appello assolve tutti

CATANZARO Ribaltata la decisione del primo grado di giudizio per Roberto Porcaro, Maurizio Basile e Antonio Basile. Condannati ad aprile scorso, con rito abbreviato, per estorsione (tolta l’aggravante mafiosa) a 5 anni e 4 mesi e 1.600 euro di multa, 5 anni e 2 mesi e 1.600 euro di multa, 6 anni e 2.000 euro di multa, sono stati tutti assolti in appello con la formula “il fatto non sussiste”.
I tre imputati, erano finiti in manette nel 2014 quando i carabinieri della compagnia di Rende eseguirono un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’ambito dell’operazione denominata “Arma non convenzionale”. Gli arresti erano scaturiti dalla denuncia di un imprenditore che non potendo più restituire un prestito di 5mila euro ai suoi presunti estorsori, nel 2012, sarebbe stato minacciato di morte e picchiato con una mazza da baseball e costretto a una scrittura privata per la vendita della casa. Secondo l’accusa, i presunti estorsori gli avrebbero applicato un tasso di interesse del 10% mensile.
La decisione del gup Domenico Commodaro è stata ribaltata dai giudici della corte d’Appello che hanno accolto le istanze presentate dagli avvocati Luca Acciardi, Sergio Rotundo, Luca Baratta, Giuseppe Bruno, Paolo Pisani, Giorgia Medaglia e Cesare Badolato.
Il procuratore generale, in corso di requisitoria, aveva chiesto l’accoglimento dell’appello del pm che aveva chiesto l’aggravamento della pena: 10 anni per Porcaro, 8 anni per i due Basile e la condanna per Alberto Fioretti, assolto in primo grado.

ale. tru.