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«Far conoscere la Calabria come regione vinicola»

CATANZARO «Apprezziamo la scelta della Regione Calabria di allestire un unico stand ospitando al suo interno decine di aziende vitivinicole; ci sono aspetti da correggere, elementi da aggiungere, m…

Pubblicato il: 12/04/2016 – 16:30

CATANZARO «Apprezziamo la scelta della Regione Calabria di allestire un unico stand ospitando al suo interno decine di aziende vitivinicole; ci sono aspetti da correggere, elementi da aggiungere, ma nei fatti è un ottimo ed incoraggiante segnale verso quell’unità della produzione vitivinicola calabrese che eccelle per qualità diffusa nonostante numeri e quantità significativamente ridotte». È quanto sostiene, in una nota, Alberto Statti il presidente di Confagricoltura Calabria. «Stare insieme è, dunque, una necessità prim’ancora che qualcosa di giusto e utile – ha aggiunto Statti –. E ci permettiamo di suggerire, perché in questa direzione lavoreremo alacremente, alcuni ulteriori passi che possono essere per la Calabria vinicola ed il suo sviluppo autenticamente decisivi. Siamo a Verona da giorni e nei padiglioni del Vinitaly, incontrando produttori, ragionando con i massimi esperti nazionali del settore e dialogando con le Istituzioni presenti abbiamo potuto riscontrare come la proposta di un’unica Doc Calabria che identifichi la produzione regionale – proposta lanciata da Confagricoltura ormai un anno addietro – abbia fatto molta strada».
Secondo il leader regionale di Confagricoltura «la sfida che ci attende è quella di qualificare e far conoscere la Calabria come regione vinicola; non è una semplice questione di stile o di promozione perché ad imporre questo percorso sono le dinamiche di mercato ed i risultati ottenuti da altre regioni».
«Lo forniamo ora a titolo di anticipazione – sottolinea ancora Statti – ma tra qualche settimana daremo luogo ad una specifica iniziativa su questo tema e con tutti i numeri renderemo evidente come la Sicilia, che ha varato la Doc unica, stia ottenendo risultati oltre ogni rosea aspettativa. Ed è emblematico che tra i più accesi sostenitori della Doc Sicilia vi siano stati proprio quei protagonisti del marchio Donnafugata che, giusto per essere chiari, potevano anche campare di rendita. Invece, compreso il valore aggiunto della denominazione Sicilia, si sono lasciati da parte gli egoismi di etichetta e di territorio ed oggi contano milioni di bottiglie in più».
Per il presidente di Confagricoltura, il «secondo passo, ormai irrinunciabile e decisivo: occorre dar vita prima possibile, con mission e contenuti precisi, all’Enoteca Regionale».
«Al presidente Mario Oliverio – aggiunge Statti – chiediamo su questa vicenda di investire tempo, energia ed autorevolezza. Anche in questo caso valga come riferimento quanto è possibile conoscere tra i padiglioni del Vinitaly, intanto il caso dell’Umbria dove i produttori facendo sintesi ed unità riescono a gestire per intero il gravoso compito della promozione e poi l’ancor più eclatante caso dell’Emilia Romagna la cui Enoteca – ospitata nel Padiglione 1 – sta mietendo successi straordinari, unisce il vino alla gastronomia regionale, è attiva sui mercati internazionali ed è – ironia della sorte – diretta da un calabrese testardo e capace».
«Doc Calabria ed Enoteca Regionale – conclude il presidente di Confagricoltura – sono i due passi da fare, se si riuscisse a concretizzarli prima possibile e con un approccio di responsabile unità potremmo trovarci presto di fronte alla più grande azione di consolidamento e sviluppo del settore vinicolo calabrese».

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