La politica ama (ancora) i bagni di folla

COSENZA A proposito di bagni di folla, il cinema Citrigno è diventato da un pezzo la prova di forza della politica. Riempirlo ha sempre dato la misura del consenso, e chi sceglieva altri luoghi lo faceva perché consapevole di non avere i numeri per provarci. Altra cosa tuttavia erano le piazze, quando la politica era capace di riempirle. Allora era piazza Fera, prima dei lavori, ad essere la misura della potenza di un leader. Chi è abbastanza vecchio se la ricorda molto piena quando venivano Almirante o Berlinguer, o quando Misasi chiamava il suo elettorato con voce tonante.
L’ultima volta che quella piazza fu teatro di un comizio fu quando Berlusconi venne a Cosenza. Allora i fratelli Gentile, che qui rappresentavano Forza Italia, diedero il meglio in termini di organizzazione e proselitismo. La gente era molto numerosa e assiepata sotto il palco, per poi diradarsi ai lati. Diciamo che un quarto dello spazio era interamente occupato per poi diventare gradatamente libero verso la metà della piazza e quello fu considerato un successo. Oggi nessuno oserebbe misurarsi con uno spazio di quel genere, meglio il chiuso di un cinema, pur se grande. Occupare le settecento poltroncine del Citrigno alla fine non è opera titanica. Se si è messo assieme un esercito di dodici liste, a trenta candidati a lista, più un accompagnatore per candidato, il gioco è fatto. E tuttavia è interessante il fatto che ancora oggi la politica, che costruisce il consenso basandosi sul bisogno e sulle suggestioni, che usa i social per parlare agli elettori, non disdegni il “bagno di folla”, anche se artificiale e pre-confezionato.

Michele Giacomantonio
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