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«Cava a Villa San Giovanni, manca solo un nulla osta»

Riceviamo e pubblichiamo: Nell’articolo “Cava abusiva sequestrata a Villa San Giovanni”, pubblicato dal Corriere della Calabria il 12 aprile 2016, si evincono delle illazioni non corrispondenti al …

Pubblicato il: 14/04/2016 – 12:52
«Cava a Villa San Giovanni, manca solo un nulla osta»

Riceviamo e pubblichiamo:

Nell’articolo “Cava abusiva sequestrata a Villa San Giovanni”, pubblicato dal Corriere della Calabria il 12 aprile 2016, si evincono delle illazioni non corrispondenti al vero. Innanzitutto la cava non è abusiva; in secondo luogo si afferma che la ditta operava senza essere affidataria di alcun appalto. Mi sembra alquanto assurdo che una ditta lavori per un ente pubblico come il Comune senza aver firmato un contratto. Infatti è stato firmato un contratto di affidamento diretto. Altro punto discordante riguarda lo stop ai lavori. I lavori sono iniziati dopo il beneplacito del Comune, che, ottenuta tutta la documentazione richiesta, dà il via libera. In seguito all’intervento del Corpo forestale dello Stato che ha richiesto un documento (nulla osta paesaggistico) mancante perché non richiesto dal Comune, quest’ultimo ha interrotto i lavori e la ditta si è ovviamente fermata. Nella data di ieri è stato semplicemente fatto un sequestro preventivo in attesa dei tempi tecnici necessari per ottenere l’autorizzazione. Autorizzazione, sottolineo, mancante in quanto non richiesta dal Comune.

Debora Rappoccio
amministratore unico Cemoter srls

La signora Debora Rappoccio, titolare della ditta Cemoter, incaricata di trasportare il materiale di ripascimento dell’arenile di Pezzo di Villa San Giovanni, ci scrive per chiedere di correggere quanto da noi scritto in merito al sequestro della cava messa sotto sigilli giorni addietro dagli uomini del Commissariato di Villa San Giovanni e dalla Forestale. Pur non avendo chiaro l’interesse specifico che la signora – titolare solo della ditta di camion che trasportano quel materiale – possa avere in materia, ci teniamo a specificare che, in assenza di autorizzazione – che lo stesso Santoro ammette di non possedere – la cava a norma di legge è abusiva.
In più, è vero che «la ditta Cemoter, intestata alla signora Debora Rappoccio, coniuge del Santoro Antonio, non risulta formalmente affidataria di alcun appalto» ma, più semplicemente, sottoscrittrice di un contratto – estraneo al codice degli appalti – per il trasporto del materiale inerte dalla – di fatto – cava del marito al luogo di ripascimento in località Pezzo di Villa San Giovanni. Per quanto riguarda lo “stop” ai lavori, prendendo per buono quanto dice la signora Rappoccio, la rettifica dovrebbe, come certamente sarà, essere richiesta agli uffici comunali che hanno dapprima dato il via ai lavori e li hanno poi sospesi a seguito di un primo intervento del Corpo forestale, non a chi ne informa. Infine, per quanto riguarda il provvedimento di sequestro preventivo adottato dalla polizia giudiziaria, compito nostro era riportare la notizia in modo asettico, interpretando la fattispecie applicata che, successivamente, in fase di convalida, sarà un giudice terzo a valutare. (ac)

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