COSENZA Il sindaco di Rende, Marcello Manna, è stato sentito in Procura come persona informata sui fatti nell’ambito delle indagini sulla vicenda dell’ex Legnochimica. Il primo cittadino, noto penalista del foro bruzio, ha spiegato al procuratore aggiunto Marisa Manzini gli interventi e le decisioni prese dalla sua amministrazione per limitare le conseguenze dell’inquinamento di quel territorio in cui si trova lo stabilimento ormai chiuso da anni. Nei mesi scorsi, quella zona è stata sequestrata dagli uomini del Nipaf (il Nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale e forestale) su ordine del procuratore capo Dario Granieri e dell’aggiunto Manzini perché la falda acquifera è risultata fortemente inquinata da metalli pesanti. I sigilli furono messi anche a due terreni e a alcuni pozzi usati a scopo irriguo e altri utilizzati nell’allevamento di bestiame. L’area, in cui non sono mai state eseguite operazioni di bonifica o messa in sicurezza, è stata periodicamente interessata da incendi, dovuti alla combustione dei rifiuti che hanno sprigionato nell’aria sostanze tossiche.
Un fenomeno che non è passato inosservato e che ha visto la denuncia in passato di amministratori e cittadini.
La Procura, infatti, ha iscritto nel registro degli indagati Pasquale Bilotta in qualità di liquidatore rappresentante della società Legnochimica e i suoi due soci, difesi dall’avvocato Pietro Perugini. Secondo l’accusa, Bilotta avrebbe omesso di provvedere alla bonifica dell’area dove c’è l’ex stabilimento, a contrada Lecco di Rende. Il sindaco di Rende ha informato il procuratore aggiunto Manzini dello stato dell’arte fino al momento del sequestro dell’area e di tutto quello fatto fino ad ora anche se la bonifica del territorio non è di competenza del Comune. Gli inquirenti stanno seguendo attentamente la vicenda e hanno affidato l’incarico per tutti gli accertamenti e le analisi al professore dell’Unical Giovanni Sindona, nominato consulente della Procura.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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