Ultimo aggiornamento alle 23:12
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

«Giovanna Leonetti incompatibile con il carcere»

COSENZA La difesa di Giovanna Leonetti, questa mattina, ha depositato al Tribunale del Riesame di Catanzaro una corposa documentazione sulla biologa cosentina, accusata di aver ucciso la figlia di …

Pubblicato il: 14/04/2016 – 14:04
«Giovanna Leonetti incompatibile con il carcere»

COSENZA La difesa di Giovanna Leonetti, questa mattina, ha depositato al Tribunale del Riesame di Catanzaro una corposa documentazione sulla biologa cosentina, accusata di aver ucciso la figlia di appena sette mesi lo scorso 20 febbraio soffocandola con un cuscino in casa della zia, in pieno centro a Cosenza. La donna, dal giorno della tragedia, si trova ricoverata nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Cosenza. Questa mattina si è discusso il ricorso presentato dalla Procura bruzia contro la decisione del gip di mettere la giovane ai domiciliari. Per i magistrati la 37enne potrebbe fuggire e «commettere gesti autolesivi» e per questi motivi dovrebbe stare in carcere.
La donna, al momento ricoverata in ospedale e piantonata perché ai domiciliari, è sottoposta a cure specifiche perché affetta da depressione post partum. Il difensore di Giovanna Leonetti, l’avvocato Marcello Manna questa mattina ha fatto presente ai giudici del Riesame anche l’inammissibilità del ricorso della Procura perché sarebbe stato depositato in modo irregolare. La difesa ha inoltre depositato una corposa memoria difensiva con una consulenza di parte effettuata sulla donna dal professore Sebastiano De Giorgi, direttore del dipartimento di Psichiatria di Lecce.
Secondo la perizia del professore De Giorgi la giovane mamma sarebbe incompatibile con il regime carcerario e che ci sono accertamenti in corso perché la donna sarebbe stata incapace di intendere e di volere al momento della tragedia. Aggiunge che le sue condizioni di salute meritano ulteriori approfondimenti. Per gli inquirenti – le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Marisa Manzini e condotte dal sostituto Domenico Frascino – «non si può ritenere tranquillizzante – è scritto nell’appello della Procura – la somministrazione di un’adeguata terapia mirata» perché quando ha compiuto il grave gesto era in «cura da diverso tempo, anche farmacologica». Ecco perché «l’unica misura davvero adeguata in relazione alla natura e al grado delle esigenze cautelari che il gip ha ravvisato, è la misura cautelare in carcere». Il Tdl dovrebbe decidere tra una settimana.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x