REGGIO CALABRIA Non c’è la ‘ndrangheta, ma solo abili truffatori dietro la banda che nel corso dell’ultimo anno ha alleggerito i correntisti di diversi istituti di credito della Locride di oltre un milione di euro. Lo hanno scoperto gli uomini della Guardia di finanza di Locri e Reggio Calabria, che questa mattina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 27 persone, tutte ritenute a vario titolo espressione di una banda in grado di “bucare” i sistemi di protezione di diversi istituti di credito, appropriandosi di codici e pin che permettevano loro di accedere ai conti di ignari correntisti, autorizzando transazioni e bonifici su conti costruiti ad hoc e poi svuotati. In questo modo, la banda avrebbe accumulato oltre un milione di euro, rimanendo comodamente seduta dietro ai propri computer. «Da un certo punto di vista – dice il procuratore capo della Dda reggina, Federico Cafiero de Raho- sorprende che un territorio come quello della provincia di Reggio Calabria, che conosciamo per altre tipologie di reati e di associazioni criminali, ospiti anche soggetti dediti alle truffe, ma c’è anche questo».
La banda utilizzava sempre lo stesso metodo. Acquisito il codice d’accesso o il pin di un correntista grazia alla complicità di personale interno alle banche o alle perizie di alcuni tecnici informatici, accedevano al conto online di un ignaro correntista, autorizzando trasferimenti e bonifici su conti aperti ad hoc, intestati a persone inesistenti, ma in realtà riconducibili ai membri della banda. Un’operazione “pulita” che nel sistema non lasciava traccia alcuna, se non la registrazione di un’inusuale, ma formalmente regolare, operazione del titolare del conto. «Si tratta di attività criminali che vengono esercitate sul territorio in maniera diversa da quella che siamo abituati a vedere – continua il procuratore Cafiero de Raho – ma che comunque sono finalizzate all’arricchimento illecito. La specificità della truffa, in questo caso è data dalla capacità della banda di recuperare i codici di accesso di diversi istituti di credito che operano anche online, ordinare operazioni di trasferimento di ingenti somme di denaro dai conti riferibili a quelle banche e incassare i proventi di tali truffe».
A firmare le truffe – hanno scoperto i finanzieri – era una banda precisa, con ruoli e compiti definiti, i cui membri e fiancheggiatori oggi dovranno a vario titolo rispondere di associazione a delinquere, ma anche di una serie pressoché infinita di episodi di truffa, riciclaggio, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso o sistemi informatici o telematici, falsità in scrittura privata, sostituzione di persona, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi.
GLI INDAGATI Questi i nomi degli indagati nell’operazione della Guardia di finanza: Isabella Rosina Agostino (1975), residente a Grotteria; Alessandro Amoruso (1979), Roma; Salvatore Antico (1967), Gioiosa Jonica; Giancarlo Antonio Argirò (1994), Gioiosa Jonica; Cristian Barranca (1993), Siderno; Ecaterina Catalina Bujor (1989), Marina di Gioiosa Jonica; Maricica Bujor (1978), Marina di Gioiosa Jonica; Vincenzo Giovanni Raffaele Cagliuso (1970), Grotteria; Elena Caserta (1937), Grotteria; Giuseppe Cataldo (1930), Locri; Vincenzo Cerere (1967), Locri; Constantin Gigel Cretu (1984), Marina di Gioiosa Jonica; Antonio Femia (1981), Gioiosa Jonica; Andrea Fuda (1981), Grotteria; Nicola Furci (1968), Locri; Ivan Fuscoli (1977), Bregnano (CO); Salvatore Lizzi (1970), Marina di Gioiosa Jonica; Salvatore Mammolenti (1984), Gioiosa Jonica; Chiara Musolino (1987), Grotteria; Cosimo Panetta (1980), Gioiosa Jonica; Domenico Papaluca (1993), Gioiosa Jonica; Liviu Pascaru (1978), Rosarno; Corrado Petrolo (1976), Stilo; Lina Racco (1947), Gioiosa Jonica; Nicodemo Tarantino (1986), Siderno; Rosa Maria Todarello (1977), Bovalino; Davide Tricarico (1985), Siderno; Giuseppe Cesare Tricarico (1981), Grotteria; Primo Antonio Ussia (1985), Monasterace; Ilario Zannino (1992), Gioiosa Jonica.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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