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«Tutelare i minori nelle famiglie mafiose»

REGGIO CALABRIA Un’affollata sala Monteleone a Reggio ha ospitato l’incontro sulle prospettive e le nuove proposte per la tutela dei minori e degli adolescenti. Al tavolo dei lavori la deputata del…

Pubblicato il: 14/04/2016 – 19:16
«Tutelare i minori nelle famiglie mafiose»

REGGIO CALABRIA Un’affollata sala Monteleone a Reggio ha ospitato l’incontro sulle prospettive e le nuove proposte per la tutela dei minori e degli adolescenti. Al tavolo dei lavori la deputata del Pd Enza Bruno Bossio, promotrice del disegno di legge (n. 3523) per la protezione dei minori in famiglie di mafia, l’assessore regionale alle al Lavoro e politiche sociali Federica Roccisano, il capogruppo del Partito democratico alla Regione Sebi Romeo, il presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori Antonino Marziale e il giudice onorario del tribunale per i minorenni di Reggio Patrizia Surace.

BEST PRACTICE «Il tribunale per i minorenni di Reggio Calabria è un esempio da estendere a tutto il Paese» ha detto senza mezzi termini Bossio. I giudici reggini hanno riempito un vuoto normativo che consente di tutelare i minori che, pur non subendo direttamente maltrattamenti, crescono in un contesto familiare diseducativo e pericoloso poiché mafioso. Un livello di protezione possibile, secondo la deputata dem, proprio grazie alle specificità del tribunale per i minorenni che ha competenze penali e civili. La stessa Bossio si è già opposta in parlamento al disegno di legge delega che ne prevede la soppressione, ed ha auspicato una censura in Senato. «Serve un’azione sinergica da parte delle istituzioni – ha poi concluso – per costruire una nuova strada e un futuro di integrazione e recupero».

PROGRAMMAZIONE Per l’assessore Roccisano è un mantra «gli interventi sociali devono ruotare attorno all’utente, quindi anche al minore». Tuttavia l’attuale assetto dei servizi mancherebbe di un’equa distribuzione e su questo c’è un impegno programmatico della Regione «ma scevro da meri tecnicismi». Roccisano ha quindi evidenziato le peculiarità economico-sociali del territorio calabrese «per questo motivo, ad esempio, abbiamo un accordo con Save the children per il contrasto alla povertà educativa» enumerando gli interventi realizzati in materia. «Serve però un’azione per i minori stranieri non accompagnati – ha detto -. C’è un vuoto normativo, quando diventano adulti cosa si fa?».

COINVOLGERE GLI ATTORI Il consigliere Romeo ha posto una questione di metodo e lanciato una proposta di legge «I convegni servono per raccogliere i pareri dei protagonisti delle diverse vicende e dare proposte – ha detto -. Costituiamo l’albo delle famiglie affidatarie e sosteniamo nell’ambito della programmazione europea le case-famiglia». Un commento è andato infine alle lamentele circa la connotazione partitica dell’evento, bollate come strumentali: «essere iscritti al Pd – ha aggiunto il consigliere – non può essere una discriminazione».

TUTELA DEI MINORI
Antonio Marziale ha criticato quella che definisce la cultura dell’abbassamento della soglia d’età: «I bambini – ha tuonato – ci sfuggono di mano». Il pensiero corre ai talent televisivi in cui i minori vengono esposti al voyeurismo e “lolitizzati”, ma anche a chi propone di abbassare le soglie d’età per il diritto di voto e la patente di guida. «In questo modo – ha chiosato – si pregiudica la formazione dell’individuo». Per Patrizia Surace, giudice onorario minorile, la comunità deve impegnarsi a che le condotte al limite dei minori non si trasformino in comportamenti delinquenziali. Sono campanelli d’allarme. Serve, in altri termini, una politica sociale che fornisca forti modelli educativi e opportunità concrete.

Roberto Priolo
redazione@corrierecal.it

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