LAMEZIA TERME È da pochi giorni che l’ex reggente della cosca Giampà – Pasquale alias “Mille lire” – sta collaborando con la giustizia. Sulla sua testimonianza gli inquirenti puntano per ricostruire gli equilibri di mafia all’interno del clan all’indomani delle grandi operazioni antimafia che dal 2012 avevano cominciato a disarticolare la cosca.
Pasquale Giampà, cugino del capo storico Francesco, detto “U prufissuri”, si trova in carcere dal 2007, dopo la condanna per le estorsioni ai danni dell’imprenditore Rocco Mongiardi. Questo, però, non avrebbe impedito all’ex reggente di prendere decisioni e gestire gli affari e gli equilibri all’interno della cosca Giampà. Fino a pochi giorni fa Giampà si trovava ristretto in regime di 41 bis. Era stato raggiunto, come tutti i componenti della cosca, dalle misure cautelari e dalle condanne di procedimenti come “Medusa” e “Perseo”.
“Mille lire” era stato anche condannato all’ergastolo nel corso del rito abbreviato di “Perseo”, insieme a Vincenzo Bonaddio e ad Aldo Notarianni per gli omicidi di Vincenzo Spena e Domenico Vaccaro, Pietro Pulice e il tentato assassinio di Pasquale Gullo e Pasquale Torcasio.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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