REGGIO CALABRIA La Calabria perde 57 milioni di euro destinati ai servizi per i bambini per colpa del “Garante abusivo”, Marilina Intrieri, e della politica regionale. A comunicarlo è direttamente il ministero dell’Interno, con una nota a firma dell’Autorità di gestione, il prefetto Silvana Riccio.
Il Protocollo per la promozione del Programma nazionale dei servizi di cura alla prima infanzia e agli anziani non autosufficienti, siglato lo scorso 22 febbraio e finanziato con le risorse del Pac, «deve considerarsi inefficace». Il perché lo spiega proprio Riccio: «Si è appreso – scrive nella lettera inviata il 24 marzo scorso, tra gli altri, al governatore Oliverio, al presidente del Consiglio calabrese Irto, a diversi dirigenti della Regione, al prefetto di Catanzaro e ai sindaci dei Comuni capofila – che l’onorevole Marilina Intrieri non riveste più l’incarico di Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria». Infatti, e il Corriere della Calabria lo ha spiegato più volte, l’ex parlamentare è decaduta ufficialmente dalla carica nel maggio 2015, così come riferito in Aula dall’allora presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo. Una comunicazione che però non ha fermato Intrieri, che ha continuato come se nulla fosse a svolgere il ruolo di Garante. E senza che nessuno si opponesse.
BLOCCO Il Protocollo è quindi nullo, «pur riconoscendone l’utilità e il rilievo che avrebbe potuto svolgere per accelerare l’attuazione dei Piani d’intervento approvati e finanziati con le risorse del Pac», commenta Riccio. Il prefetto, di conseguenza, stoppa i distretti della Regione Calabria che dovrebbero erogare i fondi: «Eventuali richieste che dovessero essere avanzate sulla base del Protocollo, ora inefficace, non dovranno essere evase».
Riccio, inoltre, auspica «che il ruolo di stimolo e di accelerazione delle procedure finalizzate all’attuazione del programma possa continuare a essere svolto, in maniera ancora più efficace, da tutti i soggetti coinvolti nella sua attuazione». Ma senza i 57 milioni di stanziamento già previsti.
LA RISPOSTA La risposta di Intrieri non tarda ad arrivare. Il 13 aprile – in una nota recapitata al ministero dell’Interno e trasmessa anche al governatore Oliverio, ai presidenti dei Tribunali per i minorenni e ai prefetti di Catanzaro e Crotone – l’ex Garante rivendica la legittimità del suo incarico e manifesta «vivo stupore» per la decisione dell’Autorità di gestione, a cui chiede di correggere «urgentemente» il provvedimento.
Intrieri definisce «del tutto irrituale» la nota del prefetto, «non inviata anche alla scrivente e carente della fonte dalla quale avrebbe appresa tale notizia». Così come è «altresì irrituale e ampiamente eccedente le sue funzioni istituzionali» che il prefetto Riccio «impartisca disposizioni addirittura a organi giudiziari che, come noto, godono di ampia autonomia e realizzano funzioni diverse della Repubblica».
«COMUNICAZIONE FUORVIANTE» Intrieri non indietreggia di un passo: è «fuorviante» pure la comunicazione ai sindaci «sulla presunta inefficacia del protocollo, stipulato per scongiurare il mancato utilizzo di ben 57 milioni di euro (posti dalla Presidenza del Consiglio, sotto la sua [di Riccio] diretta responsabilità), che comporterebbe lesione del diritto all’educazione dei minori calabresi, a causa di colpevoli ritardi e responsabilità diffuse».
«IL MIO INCARICO È LEGITTIMO» Il presunto Garante rivendica la legittimità del suo incarico. E spiega che la legge istitutiva «attribuisce il potere di nomina del suddetto organo al consiglio regionale, prevedendo, altresì, che il relativo incarico, rinnovabile una sola volta, duri per l’intera legislatura, e nulla prescrive sui poteri e i doveri del Garante nel caso in cui, a legislatura cessata, il nuovo consiglio regionale non provveda alla dovuta nomina». Insomma, si giustifica Intrieri, «nel silenzio di specifica disposizione legislativa e in assenza di atti efficaci», il Garante «è tenuto a operare, in regime di prorogatio, fino alla surroga, per assicurare la continuità funzionale dell’amministrazione».
Infine, la richiesta di modificare il provvedimento, con in più la velata minaccia di «valutare eventuali iniziative nelle opportune sedi, a tutela del decoro dell’Autorità Garante dell’infanzia» e «dell’immagine di chi la rappresenta». Ovvero lei, Marilina Intrieri. La cui ostinazione, unita alle mancanze del consiglio regionale, che dopo quasi un anno non ha provveduto a nominare il nuovo Garante, ha determinato la perdita di un finanziamento milionario per le fasce più deboli della popolazione calabrese.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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