VIBO VALENTIA È originaria di Vibo la ragazzina di tredici anni esclusa dai compagni di scuola dalla gita perché autistica. A rivelarlo nella lunga intervista alla madre pubblicata sul Corriere della Sera è il quotidiano di Via Solferino. La vicenda – che è divenuta un caso nazionale – nasce a Legnano periferia di Milano dove la ragazzina frequenta la terza media. Proprio durante l’organizzazione della gita d’istruzione di fine anno a Mauthausen, nel campo di sterminio nazista, si crea il caso: nessun compagno di scuola vorrebbe dormire con quella ragazza ritenuta “diversa”. La scoperta amara è stata fatta dai genitori originari appunto di Vibo Valentia.
Una famiglia, definita nell’intervista rilasciata al Corriere, «semplice, di buone maniere». Tra i messaggi in una chat di Whatsapp in cui si parlava della gita sarebbe spuntata la discriminazione. «Ho saputo della chat – sostiene la madre nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera – e sono riuscita ad avere qualche messaggio. Una scriveva: “Non voglio stare con lei”. Un’altra: “Non posso dormirci insieme, ho paura”. Una professoressa ribatteva: “Qualcuna ci deve pur stare”, nemmeno fosse un animale. I maschi scrivevano: “Meno male che è femmina e la cosa non ci tocca”. Una compagna scriveva che mia figlia l’aveva chiusa nell’armadio e addirittura l’aveva presa prigioniera». Parole durissime alle quali la mamma della ragazzina reagisce con semplicità: «Mia figlia è negli scout – risponde alla domanda di Andrea Galli del Corriere -. Con il gruppo sta via anche due, tre giorni. Dorme con le altre in tenda. Si comporta da persona normale… Normale… Lo vede che devo giustificarmi? Me l’hanno processata e condannata da innocente». E ora resta solo l’amarezza per la mamma della tredicenne di dover spiegare alla figlia che a quella gita non potrà andare: «In gita non andrà – conclude nell’intervista –. Devo proteggerla. Non la vogliono, punto. Glielo devo ancora dire e non so come spiegarlo».
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