VIBO VALENTIA Sono 13 le persone che la Procura di Vibo ha iscritto nel registro degli indagati per i due terribili incidenti, avvenuti il 23 novembre 2015 e l’1 marzo 2016 sul tratto dell’A3 (direzione Sud) compreso tra gli svincoli di Serre e Mileto, che sono costati la vita a cinque giovani della Piana di Gioia Tauro: Domenico Napoli, Marzio Canerossi, Giuseppe Speranza, Fortunato Calderazzo e Francesco Carrozza. Ai primi otto indagati, infatti, se ne aggiungono oggi altri cinque a cui la Procura guidata da Mario Spagnuolo ha notificato il decreto di sequestro preventivo d’urgenza della “galleria killer” (la “Tremisi-San Rocco”) e del tratto di autostrada in prossimità della stessa (dal km 368+160 fino all’imbocco del tunnel). Il provvedimento è stato eseguito dalla Polizia stradale e dai Carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria della Procura vibonese.
Iscritti nel registro degli indagati sono: Antonio Capomolla, 49 anni; Fulvio De Paolis (84), Arnaldo Tessieri (82) e Bernardino Cipolloni (86), in qualità di dirigenti Anas e collaudatori del tratto Serre-Mileto; Giovanni Fiordaliso, 38 anni (dirigente Anas); Consolato Cutrupi, 45 anni (dirigente Anas); Mohammad Ali Sangelaji, 77 anni (legale rappresentante della Condotte d’Acqua Spa con sede legale a Roma); Sergio Lagrotteria (direttore dei lavori della Condotte d’Acqua Spa); Giovanni Fiordaliso, 46 anni (dirigente Anas); Franco Forni (61 anni), Salvatore Scoppetta (61 anni), Antonio Grimaldi (71 anni) e Salvatore Esposito (56 anni), tutti in qualità di progettisti della galleria “Tremisi” per conto della società Progin Spa con sede a Roma.
De Paolis, Tessieri, Cipolloni, i due Fiordaliso, Cutrupi, Sangelaji e Lagrotteria sono indagati per omicidio colposo «per avere – scrive la pm Benedetta Callea nel decreto di sequestro – con condotte indipendenti l’una dall’altra, ma convergenti verso la causazione del medesimo evento, cagionato la morte di Canerossi Marzio, Speranza Giuseppe, Calderazzo Fortunato e Carrozza Francesco». Forni, Scoppetta, Grimaldi ed Esposito, sempre per omicidio colposo, «perché, in fase di progettazione della galleria “Tremisi o San Rocco”, non predisponevano adeguati sistemi e dispositivi di ritenuta atti a contenere i veicoli fuoriuscendi dalla sede stradale e di protezione dello spigolo/montante destro del portale rettangolare dell’imbocco della stessa, da intendersi quale ostacolo fisso laterale pericoloso».
I consulenti nominati dallla Procura vibonese, scrive il pm, hanno rilevato che «la galleria “Tremisi” presentava al momento del sinistro occorso il 1° marzo 2016 (e presenta tuttora) l’impianto di illuminazione non funzionante perché soggetto a continui furti di cavi elettrici e quadri comando e “ad impianto attivo, l’imbocco della galleria sarebbe risultato maggiormente visibile ed avrebbe potuto influire sul livello di attenzione/percezione dei conducenti delle auto coinvolte nei sinistri esaminati”». Inoltre, «con riguardo alla cd. “fase culminante” dell’evento, rappresentata dall’urto dei veicoli contro lo spigolo/montante destro del portale rettangolare all’imbocco della galleria», i consulenti hanno rilevato «come il progetto d’opera non prevedesse alcuna barriera protettiva del medesimo, la cui mancanza è affiorata de visu».
I consulenti nominati dal pm hanno dunque concluso che «la gravità delle conseguenze degli incidenti, in entrambi i casi, è da ascrivere con certezza alla mancanza di un idoneo dispositivo di ritenuta a protezione dello spigolo/montante destro dell’imbocco della galleria artificiale San Rocco identificato quale ostacolo fisso laterale» e che «la mancanza del dispositivo di ritenuta è da addebitare ad un errore di progetto; competeva tuttavia all’Ente proprietario dell’autostrada l’installazione dello stesso a maggior ragione dopo il verificarsi del primo incidente. In ogni caso, si sarebbero potuti adottare idonei provvedimenti, anche di natura temporanea, per assicurare notevoli cpondizioni di sicurezza».
Secondo i tecnici della Procura, quindi, non solo ci sarebbe stato un difetto ab origine nella progettazione della “galleria killer” con riferimento allo spigolo presente all’imbocco, ma anche una «carenza di attenzione, o meglio, manutenzione del medesimo, giacché, per usare le parole degli esperti, “competeva all’Ente proprietario (Anas, ndr) assicurare l’efficienza dell’impianto di illuminazione, nonostante i furti».
Il sequestro, conclude il pm Callea, «si impone quale misura atta a prevenire ed evitare ulteriori vittime della strada che in termini di danno e/o pericolo potrebbero derivare dall’inerzia nell’agire per la messa in sicurezza dell’opera».
AUTOSTRADA RIAPERTA AL TRAFFICO «Alle ore 18,30, sull’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, è stato riattivato il traffico in direzione Sud, con l’istituzione di un doppio senso di circolazione sulla carreggiata Nord, tra le progressive 367,200 e 368,800, nel tratto compreso tra gli svincoli di Sant’Onofrio e Rosarno, nelle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria». Lo rende noto l’Anas. «Il tratto – prosegue l’Anas – era stato interrotto questa mattina, in direzione Sud, nell’ambito delle indagini conseguenti a due incidenti mortali verificatisi il 25 novembre 2015 e lo scorso 1 marzo. Anas precisa che i due incidenti si sono verificati su un tratto della A3 ammodernato e aperto al traffico nel 2009, dove purtroppo si registra spesso il mancato rispetto dei limiti di velocità. In entrambi i casi, infatti, secondo i primi accertamenti la velocità dei veicoli ha superato di oltre 50 km i limiti previsti e segnalati». L’Anas evidenzia, inoltre, che la «pavimentazione del tratto è in buone condizioni, così come risulta dalle recenti prove ad alto rendimento eseguite in loco dal Centro Sperimentale di Cesano ad ottobre 2015. Si precisa infine che i due incidenti si sono verificati al di fuori della Galleria San Rocco».
Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it
x
x