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«Tanta confusione nella registrazione degli esami all'Unical»

COSENZA C’era molta confusione nel sistema di registrazione degli esami all’Università della Calabria. È la sintesi del lungo e complesso esame della dottoressa Maria Gabriele, ex responsabile dell…

Pubblicato il: 18/04/2016 – 15:05
«Tanta confusione nella registrazione degli esami all'Unical»

COSENZA C’era molta confusione nel sistema di registrazione degli esami all’Università della Calabria. È la sintesi del lungo e complesso esame della dottoressa Maria Gabriele, ex responsabile della segreteria studenti dell’ateneo, sentita come testimone della Procura nell’udienza del processo sui presunti falsi esami alla facoltà di Lettere dell’Unical. Sul banco degli imputati ci sono studenti, laureandi, personale amministrativo e qualche docente. La responsabile della segreteria, ora in pensione, ascoltata per diverse ore dal giudice Angela Lucia Marletta e dal pm Antonio Bruno Tridico e poi controesaminata dalle difese, ha precisato le anomalie riscontrate in alcuni statini e libretti. E – in particolare – ha fatto riferimento anche a circa 800 statini che, dopo l’avvio delle indagini, sono stati trovati in archivio. Si trattava di statini in parte irregolari perché su alcuni mancava la firma, su altri in realtà è stato poi verificato che l’esame non era stato proprio sostenuto. In alcuni casi sarebbero emersi puri errori materiali. Statini che il pm ha fatto acquisire.
La dottoressa Gabriele ha cercato anche di spiegare come funzionano i sistemi uniwex (per la registrazione informatica degli esami) e giss (per la gestione informatica degli studenti) anche se – ha aggiunto – all’epoca dei fatti contestati c’erano ancora docenti che continuavano a usare la registrazione cartacea. Infatti – ha detto – alcuni preferivano la registrazione manuale e quindi usavano il registro. Esami che risultavano, poi, tra quelli caricati on line. Ecco, inoltre, il perché di tanta confusione. Il processo è stato aggiornato al 2 maggio. Su specifica domanda dell’avvocato Nicola Carratelli (difensore di Daniele Gambarara uno dei docenti coinvolti) si è tornato a parlare del famoso verbale del 4 dicembre del 2003 che riguardava la convalida degli esami sostenuti nell’università di Messina dal giornalista Pino Nano (pure lui imputato nel processo). Da quel verbale emergeva che l’esame di Organizzazione internazionale (sostenuto da Nano a Messina) era equipollente con quello di Semiotica. Circostanza confermata dalla dottoressa Gabriele e che quindi – secondo la difesa di Gambarara – farebbe venir meno il reato di falso. Per la difesa, Gambarara non avrebbe falsificato la firma dell’esame di Semiotica semplicemente perché Pino Nano non avrebbe dovuto sostenerlo.
Osservazioni e precisazioni alle quali ha fatto eco anche l’avvocato Amedeo Bianco, che difende Pino Nano. A una sua specifica domanda, l’ex responsabile della segreteria ha ribadito che nel fascicolo di Pino Nano non è stato poi trovato alcuno statino e che le ricerche sono state fatte in archivio. Le indagini sono partite nel marzo del 2011 a seguito di una segnalazione dell’allora rettore Giovanni Latorre, dopo che un docente della facoltà di Lettere aveva disconosciuto una sua firma sullo statino di uno studente. Da lì, gli inquirenti avevano scoperto un vero e proprio sistema che, tra il 2004 e il 2011, avrebbe portato i laureandi a superare gli esami senza effettivamente sostenerli. Al termine delle indagini, grazie alla collaborazione di alcuni indagati e alle prove documentali raccolte, si è arrivati a ipotizzare i reati di falso ideologico e materiale oltre che di accesso abusivo al sistema informatico. 
Il controesame della dottoressa Gabriele proseguirà nella prossima udienza del 2 maggio. Fissato un fitto calendario di udienze fino a luglio.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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