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I ministeri promuovono (con modifiche) la nuova rete ospedaliera

ROMA Una valutazione favorevole sugli atti programmatici, anche sul contestatissimo decreto 30 (quello che riorganizza la rete ospedaliera), che verrà modificato, ma solo sulla base del nuovo stand…

Pubblicato il: 19/04/2016 – 17:11
I ministeri promuovono (con modifiche) la nuova rete ospedaliera

ROMA Una valutazione favorevole sugli atti programmatici, anche sul contestatissimo decreto 30 (quello che riorganizza la rete ospedaliera), che verrà modificato, ma solo sulla base del nuovo standard per i posti letto che il ministero della Salute assegnerà alla Calabria. E poi una tirata d’orecchie alla Regione, per la persistente “incomunicabilità” con la struttura commissariale che si occupa del Piano di rientro, e l’individuazione del paziente più grave tra tutti: l’Asp di Reggio Calabria. Il tavolo di verifica ministeriale si è concluso nel primo pomeriggio di martedì e segna un altro piccolo passo in avanti: incassato il sì (con qualche modifica da apportare) sugli atti, si può passare alla fase di attuazione. Una fase nella quale sarà essenziale la collaborazione tra il commissario e la Regione. Ed è questo che preoccupa di più i ministeri della Salute e dell’Economia. Perché di questa collaborazione, fino a oggi, non si sono visti che sporadici accenti.

SEMPRE DIVISI IN CASA Oliverio (e per il lui il direttore generale Riccardo Fatarella) e Massimo Scura (assieme al vice Andrea Urbani) sono divisi in casa: ormai è un fatto di cui il tavolo di verifica aveva già preso atto il 26 novembre 2015, chiedendo di avvicinare gli uffici del commissario a quelli del dipartimento Salute. Niente di fatto: Scura&co restano a Palazzo Alemanni, Oliverio e “soci” alla Cittadella di Germaneto. Un caso unico nella storia delle Regioni commissariate, che è stato molto stigmatizzato. «È un ostacolo all’attuazione del Piano di rientro – lasciano filtrare i funzionari che analizzano il dossier calabrese –, ma è anche una questione difficile da affrontare: non fosse altro che non è mai capitato nella storia della Repubblica». È tutto rinviato alla stesura del verbale dell’incontro: i ministeri affiancanti proveranno (di nuovo) a fare moral suasion. Poi si vedrà.

REGGIO: IL PAZIENTE È GRAVE Il paziente più grave tra quelli passati all’esame dei tecnici è l’Asp di Reggio Calabria. Il lavoro sui conti procede a rilento. Negli ultimi sei mesi i vertici dell’Azienda sanitaria non si sono attivati per avviare il pagamento dei debiti pregressi con le risorse messe a disposizione dallo Stato. E questo crea ulteriori guai, tra richieste di danni e interessi di mora. Non è partita neppure la fatturazione elettronica, ormai obbligatoria. Lo scontro, ancora una volta, è tra i commissari nominati dalla Regione e quelli voluti dal governo: i primi vorrebbero occuparsi soltanto delle attività successive al loro insediamento, delegando ai secondi le grane pregresse. Si procede a colpi di lettere ufficiali, in attesa che sia il Tavolo di verifica a sbrogliare la questione. Nel frattempo le attività della sanità reggina segnano il passo. 

I CONTI CALABRESI Va meglio ai conti complessivi della Regione. Si chiude il 2015 con 58 milioni di euro di disavanzo, cifra in miglioramento rispetto al 2014 e inferiore alle coperture, che ammontano a 85 milioni di euro. Fatti due conti, restano 27 milioni nella disponibilità della Regione Calabria per attività extra-sanitarie. Al Tavolo hanno partecipato, per la Regione, il dg del dipartimento Salute Riccardo Fatarella e i dirigenti Giacomino Brancati e Vincenzo Ferrari. Era assente la dirigente Rosalba Barone, che ha competenza proprio sulla rete ospedaliera. Per la struttura commissariale c’erano sia Massimo Scura che Andrea Urbani. 

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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