VIBO VALENTIA Quando scriveva per Calabria Ora, a Pietro Comito il clan Accorinti non ha perdonato quei due articoli con cui ha denunciato gli affari e le cointeressenze del clan con settori della pubblica amministrazione. In particolare – si legge nel provvedimento di fermo – a far imbestialire il boss è stato l’articolo pubblictato il 6 aprile 2011, in cui il cronista raccontava, pur senza farne esplicitamente il nome, come l’allora assessore di Briatico, Domenico Marzano, facesse da autista al boss del paese, Antonino Accorinti. Una prova, si leggeva nel pezzo dell’epoca, dei legami fra l’amministrazione e i clan, i cui capi – scriveva all’epoca Comito – «quando in quel piccolo ma importante centro del territorio si sono chiusi gli scrutini, non hanno esitato a stappare lo champagne per festeggiare il sindaco eletto…».
Affermazioni che non sono piaciute per nulla al clan, tanto che in una conversazione intercettata si ascolta uno dei gregari del clan dire al figlio del boss Accorinti: «Ha detto tuo padre che lo deve spaccare a quello come lo troviamo». Poco più di dieci giorni dopo la pubblicazione di quel pezzo, Comito riceverà una lettera dal chiaro contenuto minatorio, con cui qualcuno lo invitava a non occuparsi di Briatico.
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