CATANZARO «Servizi pubblici ridotti a zero, con gravi ricadute per tutti i cittadini calabresi, tagli pesanti agli enti locali che mortificano la capacità di spesa dei Comuni, urgenza di un confronto sempre più fitto su temi caldi come quello della fusione dei Comuni e del riassetto istituzionale e la necessità che si difendano i Comuni nel loro ruolo di primo presidio della democrazia». Sono alcuni dei punti dell’appello lanciato dalle segreterie regionali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil e Uilpa ai sindaci della Calabria. «Cari sindaci, il 3 maggio i lavoratori del pubblico impiego della Calabria – è detto nel testo sottoscritto da Alfredo Iorno (Cgil), Antonio Bevacqua (Cisl), Elio Bartoletti (Uil) e Loredana Laria (Uilpa) – scioperano contro le scelte politiche che ormai da quasi un decennio penalizzano i servizi pubblici attraverso tagli ai servizi e per il rinnovo del contratto di lavoro scaduto nel 2009. Una prima risposta per esprimere una netta contrarietà a scelte che perseguono il risanamento finanziario attraverso la riduzione della capacità di spesa degli enti locali e quella del costo del personale, non solo con il blocco dei contratti ma anche attraverso il blocco del turn-over». «Siamo convinti – sostengono i sindacati – che la valorizzazione delle competenze possa rappresentare la leva sulla quale contare per invertire una tendenza che ormai rischia di oscurare il ruolo dei Comuni quale presidi della democrazia di prossimità. Chiediamo alla Regione il compimento della legge 56 e della definizione del riassetto degli enti locali per promuovere iniziative consortili e di unioni e fusioni che rappresentano il nuovo scenario istituzionale sul quale si dovrà puntare e rendere funzionale l’amministrazione. Per queste ragioni chiediamo la vostra adesione allo sciopero ed alla manifestazione che si terrà a Catanzaro il 3 maggio nella consapevolezza di affrontare insieme una sfida nell’interesse delle comunità e della cittadinanza».
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