REGGIO CALABRIA «Respingiamo fermamente e giudichiamo del tutto inaccettabile l’orientamento espresso dai rappresentanti del gruppo”Tua Autoworks Italia”, nel corso dell’ultimo incontro al ministero dello Sviluppo economico, alla presenza dei vertici della Regione». Lo afferma – in una nota del portavoce – il presidente del consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto. «Quella società – aggiunge – ha sottoscritto un contratto di programma, un impegno formale e vincolante sotto il profilo giuridico, per la realizzazione di una fabbrica di automobili a Gioia Tauro che sarebbe davvero molto importante per l’economia del nostro territorio. Oggi quell’impresa non può sconfessare se stessa e pensare di ritirare l’investimento. In una regione come la nostra, nella quale la disoccupazione si attesta a livelli ancora molto alti, non si scherza con il tema del lavoro. È una questione troppo delicata, di fronte alla quale non accettiamo tentennamenti né comportamenti irresponsabili. Se la “Tua Autoworks Italia” non è nelle condizioni di onorare gli impegni che ha assunto, non può pensare di cavarsela con una comoda uscita di scena».
«Al tempo stesso però – aggiunge Irto – non possiamo non ritenere che l’istruttoria che si è conclusa con la valutazione positiva del progetto sia stata quanto meno superficiale. Sarebbe gravissimo se, come pare, questa fosse l’ennesima società priva della solidità finanziaria necessaria per investire sul nostro territorio». Ad avviso del presidente del consiglio regionale, «la Calabria non è più terra per “prenditori”. Come cittadini calabresi e come rappresentanti delle istituzioni, ci opporremo con ogni strumento giuridico messo a disposizione dal nostro ordinamento. Ma c’è un altro profilo, forse ancora più rilevante, ed è quello dell’impegno politico che il governo nazionale ha messo in campo a favore del Mezzogiorno e della Calabria. Un impegno che non può essere messo in discussione a causa di un comportamento aziendale che denota, oltre tutto, immaturita’ nella gestione delle relazioni istituzionali». «Chiediamo al presidente Renzi – conclude – di intervenire personalmente e con autorevolezza su questa vicenda che è fonte di profonda preoccupazione».
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