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«L’inchiesta sul reparto degli orrori è durata un anno e mezzo»


Riceviamo e pubblichiamo una nota del procuratore capo di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho in merito all’articolo “I Riuniti e gli orrori che tutti hanno finto di non vedere” pubblicato sul…

Pubblicato il: 23/04/2016 – 16:44
«L’inchiesta sul reparto degli orrori è durata un anno e mezzo»


Riceviamo e pubblichiamo una nota del procuratore capo di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho in merito all’articolo “I Riuniti e gli orrori che tutti hanno finto di non vedere” pubblicato sul Corriere della Calabria lo scorso 22 aprile:

Si rende noto che le indagini che hanno condotto all’arresto di quattro medici e all’applicazione di una misura interdittiva nei confronti di altri sette sanitari, sono state avviate nel maggio 2014, a seguito del deposito dell’informativa redatta dalla Guardia di Finanza, Nucleo di Polizia Tributaria – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata, avvenuto il 28 maggio 2014.
Nella citata informativa, la polizia giudiziaria comunicava gli esiti dell’attività di riascolto e trascrizione delle conversazioni intercettate nell’originario procedimento, risalente all’anno 2010, nell’ambito del quale si procedeva per il solo reato di associazione mafiosa, da parte di magistrati già titolari di altre indagini complesse, che hanno trovato sfogo in numerosi dibattimenti, alcuni dei quali ancora in corso.
Va anche evidenziato che, in relazione alle intercettazioni riguardanti la ‘ndrangheta, la Guardia di Finanza ha depositato gli sviluppi investigativi, confluiti in una complessa informativa.
Consegnata l’informativa del 28 maggio 2014 nelle mani del procuratore della Repubblica, per la delicatezza e l’urgenza della trattazione dei temi di indagine, la stessa è stata immediatamente assegnata all’allora procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e al sostituto procuratore Annamaria Frustaci, che hanno provveduto all’iscrizione della stessa nel registro delle notizie di reato, in data 31 maggio 2014, curando lo svolgimento delle attività investigative necessarie:
• alla generalizzazione dei medici e dei sanitari a vario titolo coinvolti nelle vicende delittuose;
• alla ricognizione dei fascicoli relativi a vicende di colpa medica che interessavano i reparti di Ostetricia e Ginecologia e di Neonatologia, pendenti tra il 2010 ed il 2014, alla riapertura delle indagini nei fascicoli eventualmente archiviati, nonché alla successiva riunione dei singoli episodi criminosi nell’ambito di un procedimento unitario;
• alla identificazione delle persone offese;
• all’acquisizione dei decreti autorizzatori delle intercettazioni captate nel procedimento Dda.

Dopo pochi mesi, in data 13 ottobre 2014, il fascicolo di indagine veniva trasferito al registro delle notizie di reato a carico di soggetti noti e riunito ai fascicoli più risalenti iscritti e/o riaperti nel 2014. Successivamente veniva disposta la coassegnazione del fascicolo al Sostituto Procuratore Roberto Di Palma, già titolare di alcuni dei procedimenti riuniti.
Avendo preso possesso il procuratore aggiunto Gaetano Paci – ed essendo stato il coordinamento della fascia tirrenica della Dda affidato al dottor Sferlazza e quello del settore ordinario al dottor Paci – quest’ultimo è succeduto al primo nella coassegnazione.
Proseguiva lo sviluppo investigativo con l’intercettazione delle utenze telefoniche dei sanitari indagati, l’attività di perquisizione delle Unità Operative interessate e il sequestro delle cartelle cliniche delle gestanti e dei neonati l’escussione delle vittime degli episodi di mala sanità e dei loro congiunti.
Da ultimo, si procedeva al conferimento dell’incarico a una equipe medica composta da cinque esperti, in ragione della complessità dell’incarico e delle conoscenze specialistiche richieste.
L’elaborato peritale veniva depositato nel luglio del 2015, mentre già in precedenza – nel maggio 2015 – la Guardia di finanza depositava i verbali di trascrizione integrale delle conversazioni, già per esteso riportate nell’informativa di reato del 28 maggio 2014.
Infine, tra l’agosto e l’ottobre del 2015, la polizia giudiziaria completava – su delega dei sostituti procedenti – le attività di generalizzazione di altro personale sanitario, il cui coinvolgimento era emerso successivamente all’esito delle indagini.
Al termine delle investigazioni – durate complessivamente un anno e mezzo – nel dicembre 2015, veniva depositata la richiesta cautelare accolta dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria.
Tale ricostruzione specifica dell’evoluzione dell’indagine è resa pubblica al fine di dare massima trasparenza all’azione della Procura della Repubblica e delle Forze dell’Ordine, che hanno operato senza “nulla nascondere nel cassetto”, sia nella precedente che nell’attuale gestione del fascicolo.

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Ringraziamo il procuratore De Raho per il contributo di chiarezza che ci sta offrendo.
Non ci meraviglia, perché ne conosciamo la sensibilità nei confronti della pubblica opinione. Ciò detto resta evidente il rischio della prescrizione che incombe sulle indagini che, per ragioni pregresse, arrivano a questa prima tappa ben 6 anni dopo il verificarsi dei fatti contestati. (pa.po.)

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