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Presta: «Io penso alla mia comunicazione, non a quella del Pd»

COSENZA I muri di Cosenza hanno visto il primo manifesto con su scritto “Presta sindaco”, ma il candidato non lo ha visto. Ed è questo l’esempio che potrebbe diventare il paradigma che ha caratteri…

Pubblicato il: 23/04/2016 – 11:08
Presta: «Io penso alla mia comunicazione, non a quella del Pd»

COSENZA I muri di Cosenza hanno visto il primo manifesto con su scritto “Presta sindaco”, ma il candidato non lo ha visto. Ed è questo l’esempio che potrebbe diventare il paradigma che ha caratterizzato la conferenza stampa di Presta, durante la quale l’imprenditore dello spettacolo che vuole guidare la città è sembrato impegnato a sottolineare certo non una distanza, ma più probabilmente una differenza tra lui e il Pd, dichiarando, per esempio, che «io curo la mia comunicazione, non quella del Partito democratico». 
È come andare tutti verso la stessa meta, ma rivendicando una sorta di autonomia, cui Presta pare tenere molto, al punto da affermare di ignorare come si stiano componendo le liste del Partito democratico e chi ci stia lavorando, pur tenendo ben saldo per sé il diritto di vagliarle e decidere un attimo prima della loro ufficializzazione, per «presentare una squadra con i migliori elementi». 
Presta sa bene che deve distinguere tra quelli che sono migliori perché controllori di pacchetti di voti, ma che hanno una storia politica e personale consunta e poco edificante, e quelli che invece lo sono perché portatori di consenso costruito sulle idee e sulla presenza sul territorio e promette che vigilerà con rigore, né ignora che il Pd a Cosenza è ancora alle prese con la decisione strategica della scelta degli uomini su cui puntare, tuttavia il ritardo con cui tutta la sua macchina elettorale sembra essersi messa in moto non lo preoccupa eccessivamente. 
Il tema del voto d’opinione, da tempo scarsamente presente a Cosenza perché congelato dall’appartenenza non ideologica ma a famiglie importanti della città, non lo convince troppo, al contrario pensa si possa risvegliare e su questo argomento lancia la sola frecciata a uno dei suoi avversari, affermando col sorriso che «Mario ha certamente un voto d’opinione» e consentendo con ciò a qualche giornalista di ironizzare sul rapporto «tra i voti e le determine comunali». A parte questo, quanto avviene nel campo degli altri candidati non lo appassiona, salvo registrare che Iaconianni di Hettaruzzo Hebdo ha lasciato Molinari e sorridere della frammentazione delle liste. Quando gli viene prontamente ricordato che anche lui ne avrebbe parecchie, smentisce che siano tante, ammette che ne vorrebbe di meno e chiede di attendere la ormai prossima presentazione per essere giudicato. Sulla recente e importante alleanza annunciata tra Paolini e i Gentile, invita alla prudenza, attendendo una dichiarazione ufficiale, mentre sul sostegno di Morrone non nutre dubbi, perché «Ennio si è seduto al tavolo della coalizione e ci siamo sentiti ieri tramite sms». Un sistema di comunicazione che lascia certamente traccia e che tuttavia nel recente passato non è stato sinonimo di fedeltà.

Michele Giacomantonio
redazione@corrierecal.it

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