CATANZARO Francesco Straface, 61enne arrestato nel 2007 nell’ambito delle indagini sulla morte di Ermanno Licursi, fu posto ingiustamente agli arresti domiciliari tra il 9 marzo e il 30 agosto di quell’anno. Per questo motivo la prima sezione della Corte d’Appello di Catanzaro ha disposto, nei suoi confronti, il diritto all’equa riparazione per ingiusta detenzione, «determinando l’ammontare della somma dovuta nella misura complessiva di 20.516 euro». La decisione, depositata in cancelleria il 22 aprile scorso, rappresenta per l’ex manager della Cancellese, squadra dilettantistica, la conclusione di un lungo e travagliato iter giudiziario partito il 27 gennaio 2007 con la partita Cancellese-Sammartinese, valida per il campionato di Terza categoria. Una gara finita in tragedia. Alla conclusione del match, infatti, si scatenò una rissa al termine della quale Licursi, che accompagnava i calciatori della Sammartinese, perse la vita. Al termine del percorso giudiziario, Straface fu assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale. In ragione della sentenza, l’Appello ha stabilito che l’imputato ha «sofferto un periodo di ingiusta detenzione». La scelta degli arresti domiciliari, secondo i difensori del professionista cosentino, va ritenuta sproporzionata «rispetto a una accusa rivelatasi successivamente infondata». Una linea sposata anche dai giudici di Catanzaro.
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