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Si è rotto (in Calabria) il patto tra Ncd e Pd

COSENZA Il patto tra Ncd e Pd vale a Roma ma non in Calabria. A Cosenza e Crotone gli alfaniani sosterranno, seppur non presentando il simbolo ufficiale, candidati alternativi a quelli appoggiati d…

Pubblicato il: 24/04/2016 – 17:15
Si è rotto (in Calabria) il patto tra Ncd e Pd

COSENZA Il patto tra Ncd e Pd vale a Roma ma non in Calabria. A Cosenza e Crotone gli alfaniani sosterranno, seppur non presentando il simbolo ufficiale, candidati alternativi a quelli appoggiati dai dem.
Dunque, un primo dato è certo: le prove di avvicinamento tra i due partiti, avviate all’indomani della vittoria alle regionali di Mario Oliverio, subiscono un brusco stop. Era nell’aria, certo. Ma il documento con cui i centristi sanciscono lo strappo non lascia spazio a molte interpretazioni: Enzo Paolini a Cosenza e Antonio Argentieri Piuma a Crotone sono scelte che «trovano conferma nel malessere diffuso nei territori verso l’azione del governo regionale». Se non è una bocciatura sonora per il governatore e la sua maggioranza, poco ci manca.
Archiviata la stagione delle intese istituzionali, che hanno consentito l’elezione di Pino Gentile alla vicepresidenza del consiglio regionale e a quella di Baldo Esposito alla guida della commissione Riforme, torna il grande gelo tra i due partiti. Solo a queste latitudini, però. Perché nella Capitale il legame tra Gentile, Aiello, Bilardi, D’Ascola e lo stato maggiore renziano è solidissimo. I più maliziosi si spingono addirittura oltre: «Lotti ormai parla più con il sottosegretario Tonino che con i vertici del suo partito». Un paradosso, ma non tanto. Già, perché al Nazareno intendono tenere distinte le discussioni. Un conto sono le amministrative con tutto il seguito di conflitti locali che si portano dietro, altra cosa è la tessitura delle alleanze in vista dell’appuntamento con il referendum confermativo della riforma costituzionale in programma a ottobre. È quella la sfida delle sfide per Renzi e i suoi. Gentile e i calabresi di Ncd hanno annunciato che saranno al loro fianco. Insomma, quello che succede tra il Pollino e lo Stretto non avrà ripercussioni sugli equilibri della maggioranza che sostiene il governo nazionale.
«A Cosenza – spiegano i vertici di Ncd – si è voluta costruire una forte alleanza democratica che possa riportare la città a vivere una stagione politica nuova, costruita su una democrazia partecipata, al di fuori di ogni impedimento di natura amministrativa e giudiziaria». In buona sostanza, Ncd si chiama fuori dal gossip di questi ultimi mesi, dalla possibilità che fattori extrapolitici possano determinare nuovi equilibri negli schieramenti. «Le garanzie costituzionali – affermano Gentile, Bilardi e Leone – costituzionali sono e restano alla base di ogni scelta politica e Paolini rappresenta una delle figure migliori della tradizione riformista, laica e moderata della città. Cosenza dovrà essere, ancora una volta, punto di riferimento in Calabria e nel Mezzogiorno quale luogo, dove si rispettino e si garantiscano le regole del vivere civile, dove si eliminino le ingiustizie clientelari e le omertà amministrative e dove ci sia più rigore nella formazione del consenso, eliminando dalle liste elettorali quelle zone grigie che ancora si ostinano a voler guidare le scelte decisionali della città. Che dovrà tornare, in un prossimo futuro, democratica, uscendo dall’abisso dell’omertà, delle connivenze e degli intrallazzi, al fine di far circolare, finalmente, il libero pensiero politico».
In riva al Crati la lista di Ncd assumerà la denominazione di “Cosenza Popolare”, un po’ come successo a Roma dove Lorenzin guida i centristi a sostegno di Alfio Marchini. È probabile che lo stesso esempio venga seguito a Crotone, dove Dorina Bianchi è già in campo al fianco dell’imprenditore Argentieri Piuma.  

Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it

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