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Se da Cosenza invocano la crisi di governo…

E adesso tutti da Marco Minniti che dovrebbe sculacciare i fratelli Gentile e, contestualmente, aprire la crisi di governo, spiegando a Renzi che deve togliere da viceministro Tonino Gentile e rinu…

Pubblicato il: 26/04/2016 – 19:38
Se da Cosenza invocano la crisi di governo…

E adesso tutti da Marco Minniti che dovrebbe sculacciare i fratelli Gentile e, contestualmente, aprire la crisi di governo, spiegando a Renzi che deve togliere da viceministro Tonino Gentile e rinunciare all’appoggio dei senatori del Ncd. Inoltre dovrebbe, sempre Minniti, operare in modo che i ministri della Giustizia e dell’Interno rilascino un salvacondotto ai plenipotenziari che si stanno occupando delle liste di area Pd e che hanno alle spalle condanne passate in giudicato per reati di mafia. Sempre Minniti, ovviamente, dovrebbe poi garantire a Gigi Incarnato di compiere, contemporaneamente e con piena salvaguardia da qualsivoglia azione giudiziaria, il ruolo di addetto alle liste di fiancheggiamento per il candidato sindaco Lucio Presta, nonché di commissario liquidatore della Sorical e di consulente del governato(re) Oliverio per le problematiche idrogeologiche.
Ancora Marco Minniti, che ovviamente nel frattempo dovrà rinunciare a occuparsi della sicurezza nazionale, dovrà operare in modo che i pubblici ministeri rivedano le dichiarazioni pubbliche rilasciate e stabiliscano che in presenza delle elezioni a Cosenza e a Crotone ogni attività della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e di quella di Reggio Calabria si paralizzi. Una sorta di fermo biologico che consenta, insieme con una leggina ad hoc che stabilisca che valgano ai fini dello scrutinio solo le schede elettorali vidimate da Nicola Adamo, a quel manipolo di strateghi guidato da Enza Bruno Bossio di vincere queste cavole di elezioni comunali cosentine altrimenti destinate ad un ballottaggio tra Paolini e Occhiuto.
Caro Magorno, sembra si sia ispirato a te Antonio Di Pietro quando ha introdotto in politica il suo “che ci’azzecca”. Sempre a sposare cause in cui non crede e sempre a scegliere quelle sbagliate. Rilegga, viste le sue frequentazioni fiorentine, il monito di Caronte a Dante: “…e tu! che sei costì, anima viva, partiti da codesti che son morti….”
Caro Minniti, spiace doverlo ricordare, ma ridare credibilità politica a persone esperte in fallimenti, siano essi domestici, informatici, giuslavoristici, interinal-comunionali, eolico-sanitari e persino commercial-aeroportuali, equivale a cadere nel giro dell’usura o del pizzo: una volta che cedi, ti chiederanno di cedere ancora e sempre di più.

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