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Corte d'appello Reggio, dall'Antimafia un no alla chiusura

LAMEZIA TERME È «assolutamente incomprensibile e non condivisibile la proposta» della Commissione Vietti di sopprimere la Corte di appello di Reggio Calabria. L’attacco arriva dalla Relaz…

Pubblicato il: 27/04/2016 – 15:30
Corte d'appello Reggio, dall'Antimafia un no alla chiusura

LAMEZIA TERME È «assolutamente incomprensibile e non condivisibile la proposta» della Commissione Vietti di sopprimere la Corte di appello di Reggio Calabria. L’attacco arriva dalla Relazione sullo stato degli uffici giudiziari in Calabria, approvata all’unanimitàdalla commissione Antimafia. «La prima, deflagrante conseguenza di tale progetto sarebbe la soppressione della procura distrettuale di Reggio Calabria, della sezione gip-gup, della sezione distrettuale per il riesame del tribunale di Reggio Calabria, del tribunale per i minorenni, e l’assorbimento di queste competenze da parte della procura della repubblica e del tribunale di Catanzaro uffici già in grave affanno rispetto alle urgenze del loro territorio», fanno notare i parlamentari dell’Antimafia. La Relazione, illustrata oggi dalla presidente Bindi, chiede, tra le altre cose, «l’ampliamento della pianta organica dei magistrati giudicanti del Tribunale di Reggio Calabria fino a riequilibrare il rapporto con i pubblici ministeri della procura distrettuale in linea con i Tribunali di Roma, Milano, Napoli, Lecce, Genova»; «l’ampliamento della pianta organica della Procura distrettuale di Catanzaro»; «conseguentemente l’ampliamento della pianta organica del tribunale distrettuale di Catanzaro fino a riequilibrare il rapporto con i pubblici ministeri della Procura distrettuale in linea con i tribunali di Roma, Milano, Napoli, Lecce, Genova; reintrodurre la previsione per cui i magistrati ordinari in tirocinio che scelgano come prima sede sedi disagiate come Reggio Calabria o Catanzaro e i tribunali circondariali dei loro distretti, per la prima domanda di trasferimento dopo almeno 5 anni di permanenza nella prima sede disagiata abbiano corsia preferenziale a prescindere dall’anzianità e incentivi economici per tutto il tempo della permanenza nelle sedi disagiate per compensare i disagi logistici».
Infine, si chiede di «prevedere punteggi aggiuntivi per i magistrati che diano la disponibilità ad applicazioni extradistrettuali di almeno 24 mesi presso le sedi disagiate».
La “Relazione sullo stato degli uffici giudiziari in Calabria” evidenzia come «esiste una gravissima sproporzione tra il numero dei pubblici ministeri della Procura di Reggio Calabria e l’imponente attività d’indagine sviluppata in questi anni e il numero dei giudici che deve provvedere sulle richieste della magistratura requirente». Se a Roma ci sono 3,79 giudici per ogni pubblico ministero «a Reggio Calabria – capoluogo della provincia epicentro dell’organizzazione criminale unanimemente ritenuta la più pericolosa e aggressiva – vi sono 1,66 giudici ogni pubblico ministero. Reggio Calabria è penultima nella graduatoria nazionale».
E ancora, la sezione gip-gup, la sezione per il riesame e la sezione per il dibattimento penale, «versano in grave affanno, costretti tra richieste di misure cautelare da evadere, decisioni sulla libertà da emettere entro termini strettissimi, sentenze di merito da pronunziare entro la scadenza dei termini di custodia cautelare e di prescrizione. Altrettanto vale per il personale amministrativo in assenza del quale il lavoro dei giudici si ferma”». Infine la Relazione dell’Antimafia – di cui è relatrice la stessa Rosy Bindi – ricorda che sono 160 organizzazioni criminali, per un numero di 4.389 affiliati, di essi 2.086 – circa la metà – sono concentrati nel territorio del Distretto di Reggio Calabria (una sola provincia, 3200 chilometri quadrati di estensione per circa 600.000 abitanti). Il resto, 2.303, «sono distribuiti nel territorio del Distretto di Catanzaro esteso quasi il doppio di quello di Reggio Calabria, con un numero quasi doppio di abitanti per quattro province».

LA PROPOSTA DI MATTIELLO Poco fa abbiamo votato, all’unanimità, in commissione Antimafia una relazione speciale dedicata allo stato dell’amministrazione della giustizia in Calabria». A renderlo noto è il deputato Pd Davide Mattiello, che è intervenuto prima del voto per chiedere visibilità istituzionale alla relazione che, tra l’altro, chiede al governo di non sopprimere la Corte d’appello di Reggio Calabria, con tutto ciò che significherebbe, anche in relazione alla presenza della Distrettuale antimafia.
«Se proprio si dovessero riequilibrare i distretti – ragiona Mattiello – meglio sarebbe accorpare il Vibonese a Reggio: proprio in ragione dei fortissimi legami esistenti tra le famiglie di ‘ndrangheta reggine e quelle del territorio di Vibo». «Per arrivare negli uffici della Dda di Reggio Calabria si passa ancora dai cessi del VI piano del Cedir, il Centro direzionale, una situazione insostenibile», aggiunge il deputato. «Dal VI piano del Cedir dove sono ospitati, provvisoriamente, gli uffici della Procura, si gode un’ottima vista sul nuovo Palazzo di giustizia che sorge a poche decine di metri: mai terminato e probabilmente già inadeguato. Meno di una cattedrale nel deserto. Un pessimo segnale, che rischia di mortificare anche le motivazioni di quei magistrati che non attendono con impazienza il primo momento utile per andarsene dalla Procura di Reggio, ma che resistono da anni contro ogni apparente ragionevolezza».
«La nostra relazione suggerisce meccanismi legati alla carriera volti a trattenere per un congruo numero di anni i pm applicati a Procure come quelle di Reggio Calabria, sono suggerimenti utili, ma credo che la leva migliore resti la scelta chiara da parte dello Stato di fare della lotta alle mafie una priorità normale, che si traduce in strutture, dotazioni, personale ausiliario, sostegno alle indagini, anche quando servono nuovi strumenti per esempio di cooperazione internazionale», conclude il deputato.

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