ROMA Prima un rinvio di due ore. Poi, a metà pomeriggio, la comunicazione via sms di Ernesto Magorno: «La riunione in programma per oggi è rinviata a domani». Alla base della decisione ci sono una serie di importanti votazioni alla Camera e al Senato. Impegni che avrebbero reso impossibile la concomitante partecipazione di tutti i parlamentari. E così, consultato Marco Minniti, Magorno ha proceduto a posticipare il vertice.
In queste ore si cercherà comunque di aprire una discussione informale, per smussare le tensioni seguite alla decisione del Nuovo centrodestra di non sostenere i candidati del Pd alle amministrative di Cosenza e Crotone. Tra i dem, sul punto, coesistono diverse correnti di pensiero. Quella più oltranzista, capeggiata da Magorno e Bruno Bossio, spinge per un chiarimento dei rapporti con i centristi e, soprattutto, con i sottosegretari calabresi Tonino Gentile e Dorina Bianchi accusati di «incoerenza politica». Quella più prudente, rappresentata da Stefania Covello, tende a tenere separati i piani: un conto sono le alleanze locali, altro è l’intesa siglata in Parlamento dove Pd ed Ncd vanno a braccetto ormai da tempo.
C’è poi la specificità del “caso Cosenza” dove, al netto delle indiscrezioni su possibili bufere giudiziarie, la campagna elettorale è ferma al palo. Inutile girarci attorno: Lucio Presta non ha convinto fino in fondo i colonnelli del Pd. Non ci sono dubbi sulla qualità del candidato a sindaco, semmai qualche riserva permane sulla bontà del progetto che il manager dei vip vuole mettere in campo per la città bruzia. Finora, e per una serie di motivi, l’apporto di Presta alla campagna elettorale del centrosinistra è stato ridotto ai minimi termini. «O si cambia rotta o è meglio cambiare tutto», è il commento che si lascia sfuggire uno dei big del partito. Il malcontento non alberga solo tra i dem. C’è chi come l’ex forzista Ennio Morrone, ormai, non ne fa mistero. E pur giurando «fedeltà» al progetto della Grande alleanza civica, in privato mette le mani avanti: «Il candidato deve mettersi alla guida della coalizione e sporcarsi le mani». Dove per «sporcarsi le mani» si intende la necessità di scendere pienamente nella battaglia elettorale.
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it
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