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Mala sanitas, Scaffidi: «Nessuno ha chiesto scusa, ora accertare responsabilità»

REGGIO CALABRIA «Nessuno l’ha fatto, e allora chiedo scusa io ai pazienti dei Riuniti». Gianluigi Scaffidi, segretario aziendale del BMM e consigliere nazionale Anaao-Assomed, rompe la patina …

Pubblicato il: 27/04/2016 – 14:48
Mala sanitas, Scaffidi: «Nessuno ha chiesto scusa, ora accertare responsabilità»

REGGIO CALABRIA «Nessuno l’ha fatto, e allora chiedo scusa io ai pazienti dei Riuniti». Gianluigi Scaffidi, segretario aziendale del BMM e consigliere nazionale Anaao-Assomed, rompe la patina di silenzio dei camici bianchi dell’ospedale e chiede di fare chiarezza sugli errori commessi ai danni delle giovani mamme e dei neonati di quello già passato alle cronache come il “reparto degli orrori”. «Con riferimento alla notizie riportate dalla stampa sugli accadimenti nei reparti di Ostetricia e Ginecologia e di Neonatologia degli Ospedali Riuniti, a nome dell’Anaao-Assomed, dei miei iscritti, di moltissimi medici e mio personale – scrive Scaffidi –, desidero chiedere scusa alle pazienti e ai loro familiari per gli eventi accaduti. Potrà sembrare scontato e banale ma questo atto avrebbe dovuto rappresentare il primo passo per la ricostruzione di un rapporto, oggi fortemente compromesso, tra cittadini e ospedale».
«Di fronte a tali eventi – continua – vorrei assicurare alle donne colpite e ai loro familiari l’acquisita consapevolezza della gravità da parte di tutti i medici nonché un grande rispetto e partecipazione al loro dolore. Purtroppo, chiunque lavora può commettere errori non essendo l’infallibilità una virtù umana; ciò che conta, però, è accertare se l’errore sia avvenuto per negligenza, imperizia, difetti di sistema o complicanze ineluttabili e non preventivabili non essendo la medicina una scienza esatta. Vogliamo chiedere scusa anziché trincerarci dietro la solite formule tanto vuote quanto ipocrite del tipo “abbiamo piena fiducia nella magistratura e ci auguriamo che gli accusati riescano a dimostrare la loro innocenza”. Capolavoro di cerchiobottismo all’italiana di fronte al quale varrebbe mille volte di più il silenzio».
Scaffidi rivolge «una domanda, che non vuole certo essere un richiamo, alle direzioni generali succedutesi nel tempo: essendo l’indagine nota a tutti da tempo, anche per notizie di stampa relative al sequestro di cartelle cliniche, perché arriva sempre prima la magistratura a chiedere conto?Poiché ritengo indispensabile ricostruire un rapporto di fiducia tra cittadini e ospedale, chiedo alla direzione generale di adoperarsi per debellare l’oscena prassi che va puntualmente in onda quando un cittadino chiede di fissare un esame e si sente rispondere “in ospedale fra sei mesi, a pagamento fra due giorni”? Certamente ciò non lenirà il dolore delle pazienti oggetto della vicenda appurata ma sarà un modo per rendere più credibili tutti i buoni propositi».
«Infine – conclude –, proprio perché è coinvolta la credibilità di un intero ospedale, insostituibile nella sua funzione, mi permetto di rivolgere un appello alla magistratura affinché acceleri l’individuazione e la gradazione delle singole responsabilità. Mi rendo perfettamente conto che anche la magistratura lavora in preoccupanti condizioni di carenza organizzativa, ovviamente mantenuta dalla politica (non ho notizie degli 800 uomini promessi qualche anno fa dal ministro dell’Interno), ma sono certo che anche i magistrati impegnati nella vicenda abbiano lo stesso obiettivo di celerità della procedura».

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