COSENZA Ha patteggiato a un anno e 8 mesi, con pena sospesa, F.S., accusato di stalking. Il 29enne, residente a Montalto, era stato accusato di aver avuto una relazione prima con una ragazzina e poi con la mamma. Sarebbe stata quest’ultima a denunciarlo per atti persecutori perché – a dire della donna – il ragazzo non avrebbe poi accettato la fine della loro relazione. La difesa del giovane ha deciso di chiedere e ottenere dal gip di Cosenza, Giusy Ferrucci, il patteggiamento non come ammissione di responsabilità, ma soltanto a tutela del 29enne per evitargli lo stress e la pressione psicologica che potrebbe scaturire da un eventuale processo.
Secondo l’accusa (le indagini sono state condotte dal pm Domenico Frascino), tutto iniziò a novembre del 2014 quando il ragazzo tramite Facebook contattò la minore, spacciandosi per un suo coetaneo dando dapprima un falso nome e rivelando solo dopo la sua vera identità e l’età. Tra i due sarebbe nata una relazione destinata poi a interrompersi nei mesi tra luglio e agosto del 2015, anche a seguito dell’intervento della mamma della ragazzina che non vedeva di buon grado che quella storia potesse diventare altro invece che una semplice amicizia, anche in considerazione della minore età della figlia. Da allora con diversi tentativi – rappresentati da telefonate sull’utenza fissa della donna – il 29enne manifestava l’intenzione di ricucire il rapporto, a volte presentandosi davanti alla scuola della minore. Alcuni mesi dopo, anche grazie all’intervento dei carabinieri, l’uomo sembrava essersi rassegnato. Ma dopo un po’ il giovane avrebbe ripreso a richiamare la donna, che convinta che lui fosse cambiato, avrebbe iniziato con lui un’amicizia fatta di chiamate e messaggi su “whatsapp” inizialmente, poi di scambi di confidenze intime fino a che, un giorno, decidono di incontrarsi. Tra i due comincia una relazione, che però poi la donna decide di interrompere per rimorsi nei confronti del marito. Ma per la difesa del giovane, nonostante abbia patteggiato, non è responsabile dei reati contestati.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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