COSENZA La Corte d’Assise di Cosenza ha condannato all’ergastolo Franco Presta nell’ambito del processo Terminator IV, il procedimento scaturito dall’operazione che ha cercato di fare luce sulla guerra di mafia nel Cosentino. In questo processo sono imputati anche Vincenzo Dedato e Francesco Amodio. La Corte (presieduta dal giudice Giovanni Garofalo) ha condannato il pentito Dedato a dieci anni e sei mesi di reclusione. Assolto Amodio, che era accusato del delitto Sassone. Presta è stato condannato al carcere a vita con isolamento diurno per un anno per gli omicidi Marchio e Pelazza, mentre è stato assolto per l’omicidio Sassone e per la detenzione di armi. Per gli stessi capi d’imputazione sono stati assolti anche Dedato e Amodio. Per Presta è stato prescritto il capo 5 (ricettazione). Dedato è stato condannato oggi a 10 anni e sei mesi per delitto Pelazza perché per il delitto Marchio è stato già giudicato e condannato nel processo “Terminator II” assieme a Ettore Lanzino.
Walter Gianluca Marsico e Mario Gatto sono stati già condannati nell’ambito del procedimento giudiziario scaturito dalla stessa inchiesta.
Il pm della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, nel corso della sua requisitoria, aveva chiesto l’ergastolo per Presta «considerando la gravità dei fatti e il profilo del soggetto» e la condanna a nove anni e sei mesi di carcere per Amodio e Dedato, riconoscendo le attenuanti generiche per i collaboratori di giustizia. Amodio, difeso dall’avvocato Claudia Conidi, è collaboratore di giustizia ma nei mesi scorsi è stato revocato il programma di protezione.
Al centro delle indagini ci sono gli agguati in cui sono morti, alla fine degli anni Novanta, Enzo Pelazza a Carolei, Antonio Sena a Castrolibero, Antonio Sassone trucidato a Terranova da Sibari e Vittorio Marchio ammazzato a Cosenza.
Questa mattina, prima che la Corte si riunisse in camera di consiglio, l’avvocato Lucio Esbardo, codifensore di Presta assieme al collega Franco Locco, aveva chiesto l’assoluzione del presunto boss del Cosentino. Presta, che era collegato in videoconferenza, è ristretto nel carcere di Terni in regime di 41 bis. La Corte ha comminato anche interdizione perpetua dai pubblici uffici per Dedato e Presta. A Dedato è stata inflitta inoltre la libertà vigilata per 3 anni. I legali di Presta, gli avvocati Locco ed Esbardo, attendono di leggere le motivazioni della sentenza (tra 40 giorni) per presentare appello.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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