COSENZA «Quando noi ci misuriamo in una competizione lo facciamo per vincere, se possibile anche al primo turno». Nell’annunciare la sua ufficiale discesa in campo a candidato sindaco per la città di Cosenza, Carlo Guccione, pesa le parole. Le scandisce lentamente, guardando negli occhi i molti interlocutori giunti al Royal, storico hotel cittadino a due passi dall’isola pedonale («tanto caro al compianto Giacomo Macini perché portava bene» ricorderà il consigliere regionale nel suo intervento), senza però tradire emozioni. Raramente lo si era visto così determinato, raramente si era visto un Pd così unito. Un dato restituito plasticamente dalla presenza partecipata di colonnelli e militanti e dall’afflato col quale si accompagna la conferenza stampa lampo (anticipata per consentire la presenza del presidente della Giunta regionale Oliverio diretto a Paola in vista dei festeggiamenti in onore del gran santo calabrese) ed approntata per far sapere ai propri elettori e agli avversari che il Pd – e le liste civiche collegate, espressione di «civismo democratico» copyright Marco Minniti- è vivo. Eccome s’è vivo.
«Uniti non abbiamo avversari, qualcuno ci descriveva nel caos, beh, se questo è il caos…» fa notare il segretario regionale del Pd Ernesto Magorno che poi concede l’onore delle armi a Lucio Presta, candidato uscito di scena per ragioni familiari: «Comprendiamo le motivazioni personali e lo ringraziamo, so che Lucio è con noi». Allora tutti in prima fila ed anche in seconda, strette di mano, sorrisi. Qualcuno da dietro chiosa sornione: «Adesso sì che abbiamo iniziato la campagna elettorale». Nessuno riferimento ad Ncd, ad eccezione dello stesso Guccione che attorniato dai giornalisti spiega asettico: «Non saranno con noi».
Prevedibilmente piena la sala in ogni ordine di posto. Tutti presenti i big dell’alleanza. Ex consiglieri comunali, consiglieri regionali, parlamentari espressione del territorio, gli alleati di rango, persino il presidente del consiglio regionale Nicola Irto giunto da Reggio Calabria per «sostenere un dirigente autorevole che ha una grande responsabilità, ma che saprà far valere concretezza e radicamento». Davvero complicato elencare complessivamente la variegata mappatura geopolitica. L’elettroshock dell’abbandono di Presta ha creato una sorta di euforia, anzi, di orgoglio, appartenenza ad una parte politica. Tant’è vero che il governatore Mario Oliverio, di cui Guccione era stato assessore per una breve stagione, non fa affatto fatica ad esprimere «il pieno sostegno a Carlo. La partita delle amministrative a Cosenza è completamente aperta – continua Oliverio – ed il risultato dipenderà da come verrà affrontata. Bisogna garantire uno schieramento più largo possibile. D’altronde, il “Patto per la Calabria” firmato l’altro giorno col premier determinerà una stagione nuova per la regione e questa città merita un governo capace di intercettare quelle risorse e non un’amministrazione che pensa a qualche luce psicadelica».
Di tempo, certamente, se n’è perso abbastanza e proprio per questo, o forse anche per concedere la chiusura al sottosegretario Minniti, garante con Roma della strategia intrapresa, che il neo candidato Guccione prende la parola a dispetto di qualsiasi scaletta e viene accolto da una standing ovation. «Non è stata una scelta facile ma è venuta d’impulso», dice. «Ringrazio tutti i colleghi di partito per il sostegno e tutte le liste che mi appoggiano – prosegue – ma in particolare Marco Minniti ed Ernesto Magorno. Ho preso questa decisione perché, dopo cinque anni di malgoverno, non possiamo riconsegnare la città a chi l’ha distrutta. Anzi, in questa campagna elettorale diremo molte cose su quanto fatto da chi ci ha preceduti». Ma Guccione, il leit motiv della sua cavalcata, ce l’ha già, proprio come scritto su un manifesto fresco di stampa: “La grande Cosenza”. E infatti batte sul tema: «Questa sarà la consiliatura che farà nascere la grande città dell’area urbana. Dopo che Reggio Calabria è divenuta città metropolitana, abbiamo bisogno di maggiore peso nel resto del Paese. Abbiamo – conclude – un solo intento che ci mette insieme nonostante le “incazzature” politiche maturate che poi sono la nostra forza, quello cioè di far rinascere Cosenza, in modo che torni ad essere un punto di riferimento culturale, con una classe politica di primo livello capace di creare opportunità di lavoro e sviluppo».
Finale, come si diceva, noblesse oblige, per Marco Minniti. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri ringrazia Guccione «perché si è messo in discussione con un atto d’amore senza opportunismi verso una città che dovrà riportare alla grandezza di un tempo», per dare poi una lettura politica più approfondita del momento: «Siamo scesi in campo e questa è la forza che manifestiamo, straordinaria. Cosenza deve tornare ad incrociarsi con un progetto politico nazionale. L’unità qui costruita è frutto di pazienza e responsabilità, alle volte si litiga troppo – sottolinea – ma essere ancora in corsa dopo l’abbandono di Presta a sette giorni dalla presentazione delle liste non era da tutti. Sosteniamo Carlo allora, questa è una bella storia».
e. t.
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