COSENZA Quelle firme sugli statini non sono sue. Ha risposto in modo puntuale e preciso a tutte le domande il professore Marcello Zanatta, docente di Storia della filosofia all’Università della Calabria, sentito come testimone della Procura nell’udienza del processo sui presunti falsi esami alla facoltà di Lettere dell’Unical. Sul banco degli imputati ci sono studenti, laureandi, personale amministrativo e qualche docente. Prima di ascoltare il professore Zanatta, si è concluso il controesame della dottoressa Maria Gabriele, ex responsabile della segreteria studenti dell’ateneo, al termine del quale tutto il collegio difensivo ha chiesto al giudice Angela Lucia Marletta di trasmettere gli atti alla Procura per falsa testimonianza. Il pm Antonio Bruno Tridico si è rimesso alla decisione del Tribunale. Il giudice scioglierà la riserva nella prossima udienza.
Si è passati poi all’esame del professore Zanatta che ha disconosciuto le firme sugli statini che gli sono stati mostrati in aula. Rispondendo alle domande del pm, il docente ha precisato che quelle firme non erano sue anche perché gli statini non erano compilati in modo corretto: mancavano delle righe e le domande d’esame erano – a suo dire e per la sua materia – troppo generiche. Il professore Zanatta non avrebbe mai scritto genericamente Platone o Aristotele, trattandosi – ha spiegato in aula – di argomenti troppo vasti e quindi avrebbe specificato quale tema di tali filosofi sarebbe stato oggetto della valutazione dello studente. Rispondendo alla domanda dell’avvocato Stefania Ingrosso, il professore Zanatta ha inoltre precisato che per quanto fosse a sua conoscenza su quegli statini non sarebbe mai stata fatta una perizia calligrafica. Il processo è stato aggiornato al prossimo 30 giugno per ascoltare altri docenti dell’Unical.
Le indagini sono partite nel marzo del 2011 a seguito di una segnalazione dell’allora rettore Giovanni Latorre, dopo che un docente della facoltà di Lettere aveva disconosciuto una sua firma sullo statino di uno studente. Da lì, gli inquirenti avevano scoperto un vero e proprio sistema che, tra il 2004 e il 2011, avrebbe portato i laureandi a superare gli esami senza effettivamente sostenerli. Al termine delle indagini, grazie alla collaborazione di alcuni indagati e alle prove documentali raccolte, si è arrivati a ipotizzare i reati di falso ideologico e materiale oltre che di accesso abusivo al sistema informatico.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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