REGGIO CALABRIA Equitalia è un ospite inquietante, si sa. Chiunque può malauguratamente imbattersi in una sua cartella, perfino un consigliere regionale. Uno pensa che la vita dei politici sia tutta rose e fiori, che i lauti indennizzi consentano di tenere alla larga i creditori con le loro more sempre più esagerate e le loro istanze sempre più pressanti; e invece no. Siamo tutti uguali di fronte al Grande Esattore. E, se proprio bisogna nominare un fastidioso difetto del vitalizio (la pensione speciale fino a qualche anno fa riservata agli ex componenti delle assemblea regionale), va individuato nel suo non essere “essoterico”, nella sua natura pubblica. L’assegno mensile, da percepire per tutta la vita anche se si è stati a Palazzo per pochi anni, non può essere in alcun modo occultato. È tracciabile, per dirla con un termine investigativo: non è possibile evaderci il fisco né, appunto, occultarsi a Equitalia.
Un anonimo ex consigliere adesso sa quanto possa essere implacabile l’agenzia di riscossione crediti più odiata dagli italiani. Il dirigente del settore risorse umane di Palazzo Campanella, Maurizio Praticò, ha autorizzato il pignoramento del vitalizio nei confronti di «omissis». Vige la privacy, naturalmente, e dunque non si possono conoscere le generalità del politico che ha maturato un debito di quasi 31mila euro. Equitalia li vuole, tutti e sull’unghia. Così il Consiglio, a partire dallo scorso aprile, ha disposto la trattenuta di 1/7 dell’assegno, pari a 690,80 euro ogni mese. L’ex consigliere «omissis», infatti, in virtù della sua esperienza in Astronave, ha maturato il diritto di portarsi a casa 4.835,58 euro ogni 30 giorni.
Possibile che, con questo popò di pensione, non sia riuscito a pagare le cartelle prima che scattasse il pignoramento coatto? Ora, invece, non si può più tornare indietro; e «omissis» dovrà pure pagare gli interessi di mora e i compensi della riscossione. Maledetto vitalizio.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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