RENDE Nella notte gli agenti della squadra mobile di Cosenza, guidati dal dirigente Giuseppe Zanfini, hanno rinvenuto cadavere Damiano Galizia, 31enne di San Lorenzo Del Vallo, ucciso a colpi di arma da fuoco in un’abitazione di contrada Dattoli a Rende, nei pressi dell’Università della Calabria.
Per la sua morte la Procura (le indagini sono coordinate dal procuratore capo Dario Granieri e dall’aggiunto Marisa Manzini e condotte dal sostituto Giuseppe Visconti) ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti di Francesco Attanasio, coetaneo della vittima. Dopo un lungo interrogatorio, coordinato dal procuratore Granieri e dal sostituto Visconti, è stata ricostruita la dinamica del delitto. Galizia sarebbe stato ucciso per un debito di 17mila euro che Attanasio non avrebbe estinto da mesi.
Secondo quanto emerso, i due si sarebbero incontrati attorno alle 18 dello scorso 26 aprile nei pressi dello svincolo autostradale di Cosenza nord per discutere di vicende personali, in particolare dell’acquisto di un’automobile. E avrebbero anche parlato di un debito in denaro che Attanasio avrebbe avuto dallo scorso gennaio nei confronti di Galizia che lo esortava più volte a estinguerlo. Sarebbero state le continue richieste di restituzione dei soldi ad esasperare Attanasio. Per questo ci sarebbero state diverse discussioni. Lo scorso 26 aprile i due si sarebbero recati con la macchina di Galizia nella zona universitaria in una villetta nella disponibilità di Attanasio. Qui Attanasio avrebbe ribadito l’impossibilità di onorare il debito e a quel punto Galizia lo avrebbe preso a schiaffi prima di raggiungere il pianerottolo dell’abitazione. Successivamente avrebbe estratto dalla cintura dei pantaloni una pistola calibro 9 ed esploso tre-quattro colpi contro il 31enne.
Dopo l’omicidio, Attanasio sarebbe scappato lasciando il corpo sul pianerottolo. Il giorno dopo – sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti – il presunto assassino sarebbe ritornato sul luogo del delitto e avrebbe pulito il pavimento sporco di sangue. E successivamente avrebbe avvolto il cadavere in un tappeto, fissandolo con nastro adesivo e sigillandolo in alcuni sacchetti di plastica.
Infine la decisione di costituirsi: domenica sera Attanasio si è recato in Questura a Cosenza e alle prime luci dell’alba di lunedì ha fatto ritrovare il corpo.
Questa mattina nel corso di una perquisizione nella sua abitazione è stata trovata una Beretta calibro 9, presunta arma del delitto.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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