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Ucciso per un debito non pagato

RENDE Nella notte gli agenti della squadra mobile di Cosenza, guidati dal dirigente Giuseppe Zanfini, hanno rinvenuto cadavere Damiano Galizia, 31enne di San Lorenzo Del Vallo, ucciso a colpi di ar…

Pubblicato il: 02/05/2016 – 7:09
Ucciso per un debito non pagato

RENDE Nella notte gli agenti della squadra mobile di Cosenza, guidati dal dirigente Giuseppe Zanfini, hanno rinvenuto cadavere Damiano Galizia, 31enne di San Lorenzo Del Vallo, ucciso a colpi di arma da fuoco in un’abitazione di contrada Dattoli a Rende, nei pressi dell’Università della Calabria.
Per la sua morte la Procura (le indagini sono coordinate dal procuratore capo Dario Granieri e dall’aggiunto Marisa Manzini e condotte dal sostituto Giuseppe Visconti) ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti di Francesco Attanasio, coetaneo della vittima. Dopo un lungo interrogatorio, coordinato dal procuratore Granieri e dal sostituto Visconti, è stata ricostruita la dinamica del delitto. Galizia sarebbe stato ucciso per un debito di 17mila euro che Attanasio non avrebbe estinto da mesi.
Secondo quanto emerso, i due si sarebbero incontrati attorno alle 18 dello scorso 26 aprile nei pressi dello svincolo autostradale di Cosenza nord per discutere di vicende personali, in particolare dell’acquisto di un’automobile. E avrebbero anche parlato di un debito in denaro che Attanasio avrebbe avuto dallo scorso gennaio nei confronti di Galizia che lo esortava più volte a estinguerlo. Sarebbero state le continue richieste di restituzione dei soldi ad esasperare Attanasio. Per questo ci sarebbero state diverse discussioni. Lo scorso 26 aprile i due si sarebbero recati con la macchina di Galizia nella zona universitaria in una villetta nella disponibilità di Attanasio. Qui Attanasio avrebbe ribadito l’impossibilità di onorare il debito e a quel punto Galizia lo avrebbe preso a schiaffi prima di raggiungere il pianerottolo dell’abitazione. Successivamente avrebbe estratto dalla cintura dei pantaloni una pistola calibro 9 ed esploso tre-quattro colpi contro il 31enne.
Dopo l’omicidio, Attanasio sarebbe scappato lasciando il corpo sul pianerottolo. Il giorno dopo – sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti – il presunto assassino sarebbe ritornato sul luogo del delitto e avrebbe pulito il pavimento sporco di sangue. E successivamente avrebbe avvolto il cadavere in un tappeto, fissandolo con nastro adesivo e sigillandolo in alcuni sacchetti di plastica.
Infine la decisione di costituirsi: domenica sera Attanasio si è recato in Questura a Cosenza e alle prime luci dell’alba di lunedì ha fatto ritrovare il corpo.
Questa mattina nel corso di una perquisizione nella sua abitazione è stata trovata una Beretta calibro 9, presunta arma del delitto.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

 

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