CATANZARO Eliminare il glifosato dai discipliari di produzione integrata. È la richiesta di Coldiretti che condivide la proposta lanciata nei giorni scorsi da 3 associazioni (Aiab Calabria, Medici per l’ambiente Isde-Italia e Apicoltori professionali della Calabria) di rivedere la delibera regionale che consente l’utilizzo di questo disserbante ritenuto “probabile cancerogeno per l’uomo” dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Airc). In particolare il presidente di Coldiretti, Pietro Molinaro sottolinea inoltre che «non c’è stato un confronto preventivo in chiave tecnica nella stesura dei disciplinari».
«La Regione Calabria – aggiunge – con l’obiettivo di essere una regione a “Glifosato zero”deve quindi provvedere alla modifica dei disciplinari proprio perché, la Calabria si deve qualificare sempre di più quale territorio vocato al biologico e a produzioni di qualità eco-sostenibili, visto che è la seconda regione per superficie destinata a livello nazionale e che riserva importanti risorse alla produzione integrata e biologica. Il principio della precauzione è sempre utile e pertanto bandire l’uso del “Glysofate” lo riteniamo un atto di maturità che gli agricoltori, sempre di più attenti alla sicurezza alimentare, accettano volentieri».
«Chiediamo – conclude Molinaro – che comunque, l’uso del principio attivo venga vietato anche per attività extra-agricole quali ad esempio la manutenzione di marciapiedi, scarpate ferroviarie in zone urbane, ghiaini di giardinetti, selciati ed altro. Nonché, in una situazione di forti importazioni low cost, vengano accentuati i controlli da parte della rete fito-sanitaria, poiché è necessario che il divieto riguardi coerentemente anche l’ingresso in Italia e in Europa di prodotti stranieri con residui di “glifosato”».
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