CATANZARO Ventidue autobus e una cinquantina di auto, questo è il numero di veicoli che hanno trasportato a Catanzaro circa 1500 manifestanti, dipendenti del pubblico impiego, provenienti da tutta la regione. Una mobilitazione regionale organizzata in concomitanza con una manifestazione analoga in Toscana, per ribadire l’esigenza del rinnovo del contratto collettivo nazionale del pubblico impiego. Ma in Calabria sono anche altre le rivendicazioni che i sindacati hanno inteso mettere alla base della mobilitazione come «i temi della sanità, dei centri per l’impiego e delle Province – ha spiegato Alfredo Iorno, segretario regionale FP-Cgil -. Le prospettive cupe sul futuro dei lavoratori non possono più essere accettate, siamo quindi in piazza – ha aggiunto – per dimostrare la nostra disapprovazione a questo sistema che sta smantellando il welfare e il pubblico impiego».
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Dal palco di piazza Prefettura, dove il corteo si è concentrato dopo essersi snodato per le vie della città capoluogo, Antonio Bevacqua, segretario regionale Cisl-FP, si è poi rivolto al premier Matteo Renzi e al governatore della Regione Calabria Mario Oliverio: «Oggi è una bella giornata perché è la prima volta che Cgil, Cisl e Uil organizzano insieme una grande manifestazione della funzione pubblica ed i risultati si vedono: la piazza è piena. Caro Renzi siamo più di 3 milioni i lavoratori pubblici che aspettiamo il rinnovo del contratto. Non ci bastano le rassicurazioni a parole, vogliamo che sia dato seguito alle sentenze che ci danno ragione. Tra noi oggi ci sono i lavoratori delle Province che da mesi soffrono la fame perché la Regione non decide a chi assegnare le funzioni delle Province. Caro presidente Oliverio, non ci serve perdere tempo con un’altra commissione per l’attuazione delle riforme. Sulla Sanità, chiediamo l’introduzione del giusto orario di lavoro. E non ci servono gli accordi-farsa con sindacati di comodo, ma vogliamo che i 900 precari vengano stabilizzati».
Un attacco al governo nazionale e alla politica locale è arrivato anche dal segretario regionale della Uil-FP, Elio Bartoletti: «Il governo Renzi sta facendo solo tagli lineari: questa protesta deve anche coinvolgere i nostri politici che dovrebbero farsi sentire più di quanto non fanno. Tirino fuori gli attributi e stiano dalla parte dei lavoratori per dar una speranza a questa regione».
Sul palco, oltre ai rappresentanti dei sindacati, anche molti lavoratori, ognuno con la sua storia da raccontare. Storie che però hanno un comune denominatore che è quello del forte e convinto dissenso dalle riforme volute dal governo come ad esempio quella pensata per le Camere di Commercio.
Tra i più rappresentati nel corteo, i lavoratori dei centri per l’impiego, i quali sono in attesa di una soluzione-ponte che gli permetta di arrivare alla riforma del settore senza affanni di stipendio come invece sta avvenendo oggi: i dipendenti del Cpi di Catanzaro, ad esempio, da sei anni lavorano part-time con stipendio pressoché dimezzato e carenze d’organico croniche, mentre in altre province la situazione è addirittura peggiore perché da mesi i dipendenti non vengono pagati. Nella giornata di ieri, l’incontro con l’assessore regionale al ramo Federica Roccisano potrebbe aver sbloccato alcune questioni relative a stipendi non pagati, ma – questa è la voce dei lavoratori – «finché non vediamo i soldi accreditati, non crediamo alle promesse».
Eppure, a fronte di un grande numero di almeno 15mila lavoratori del comparto, la presenza di manifestanti per la prima mobilitazione regionale del settore, non è stata particolarmente copiosa. Certo, il clima invernale che da qualche giorno avvolge Catanzaro e la Calabria intera non ha aiutato, ma se la forza dei sindacati si misura sui numeri, quelli della manifestazione odierna lasciano pensare che oltre alla disillusione nei confronti della politica, i calabresi non abbiano particolare fiducia neanche nei sindacati.
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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