REGGIO CALABRIA C’è un esercito di 99 giovanissimi “apprendisti Ciceroni” ad accogliere gli studenti nel nuovo museo archeologico nazionale di Reggio Calabria. Li ha formati il Fai nell’ambito di un pionieristico progetto di alternanza scuola- lavoro congegnato insieme alla Sovrintendenza dei beni culturali, che in seguito è stato preso a modello dal Miur per tutte le scuole d’Italia. «È ormai da tre anni che portiamo avanti questo progetto – dice il referente reggino del Fai, Rocco Gangemi – ma con la restituzione del museo alla città acquisisce un’importanza del tutto nuova». A riconoscerlo è anche il direttore del Marc, Carmelo Malacrino, per il quale i quasi diecimila visitatori che nelle prime giornate di apertura hanno visitato il museo siano «un risultato che premia gli sforzi di quanti hanno contribuito all’esposizione permanente. Giovani laureati, affiancati da archeologi di lunga esperienza e tutto il personale del Museo che, con grande abnegazione, ha regolato la visita delle sale, assieme agli studenti del progetto Apprendisti Ciceroni». Figlie del primo progetto di alternanza scuola lavoro pensato per i beni culturali, le giovanissime guide del museo sono gli studenti delle terze, quarte e quinte classi otto scuole della città e della provincia reggina, i licei scientifici Vinci e Volta, del classico Tommaso Campanella, del linguistico Mattia Preti, del linguistico Tommaso Gullì, dei tecnici Righi e Piria, tutti di Reggio Calabria, e del liceo artistico Guerrisi di Palmi.
Dopo tre mesi di intensa formazione in aula, curata dal Fai, più incontri con archeologi, restauratori, ma anche esperti dell’ufficio didattico in grado di spiegare loro come modulare le visite a seconda del tipo di pubblico, i ragazzi iniziano a garantire con estrema diligenza i loro turni al museo. E sono loro ad illustrare ai loro coetanei le meraviglie esposte nelle sale, come a spiegare in dettaglio le tecniche di restauro dei famosi Bronzi di Riace. Un servizio che viene garantito tutti i giorni, esclusi i festivi, dalle 8 alle 14. E non solo in italiano. «I nostri ragazzi – dice con orgoglio Gangemi – sono in grado di fare delle visite guidate anche in inglese, francese, spagnolo e tedesco». Un’attività che è piaciuta al ministero, tanto da proporla come modello per le altre scuole italiane, ma anche in città. Di recente, una convenzione simile a quella firmata con la Sovrintendenza dei beni culturali, è stato siglata anche con il Comune di Reggio Calabria, che conta sugli “apprendisti ciceroni” per raccontare i gioielli del proprio immenso patrimonio artistico-culturale.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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