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Quanto conta un amico in Consiglio

REGGIO CALABRIA Destra o sinistra, l’importante è essere parenti di amici e colleghi, altrimenti nella struttura di questo o quel consigliere regionale non si entra. È questo il leit motiv bipartis…

Pubblicato il: 03/05/2016 – 19:16
Quanto conta un amico in Consiglio

REGGIO CALABRIA Destra o sinistra, l’importante è essere parenti di amici e colleghi, altrimenti nella struttura di questo o quel consigliere regionale non si entra. È questo il leit motiv bipartisan che ha caratterizzato gli ultimi incarichi che i capogruppo di Pd e Ncd in Consiglio regionale, Seby Romeo e Giovanni Arruzzolo, hanno generosamente assegnato all’interno delle proprie strutture. Da gennaio, ha preso servizio nella struttura personale del rappresentante dei dem in assemblea, Francesca Grazia Suraci, figlia dello storico medico di casa Tegano, Giuseppe Suraci, ma soprattutto moglie dell’ex assessore Nino De Gaetano, attualmente imputato di fronte ai giudici del Tribunale di Reggio Calabria per la gestione allegra dei fondi pubblici destinati ai gruppi consiliari. Non è un parente acquisito, ma addirittura il figlio di un altro indagato in Rimborsopoli, il senatore Giovanni Bilardi, quel Giuseppe Bilardi che Arruzzolo ha voluto come responsabile amministrativo al 50%.
Ufficialmente incaricata di fornire «supporto tecnico interno», la Suraci, che è già dipendente regionale, ha dovuto dichiarare di non aver alcun profilo di incompatibilità, dunque di poter assolvere in modo sereno alle proprie mansioni, per la modica cifra di circa 11mila euro l’anno, in aggiunta al proprio regolare stipendio da dipendente. «Lei è una dipendente del Consiglio, la conosco e gode della mia fiducia – ha dichiarato Romeo, che ci ha tenuto a precisare anche – prima di assumerla ho aspettato che il marito, Nino De Gaetano, non fosse più sottoposto a misura cautelare. In ogni caso, ci tengo a precisare che il suo ruolo non ha nulla a che fare con la gestione dei conti, affidata ad un professionista esterno, di cui la Corte dei Conti ha già riscontrato il lavoro». Ma se è vero che la Suraci non ha accesso alcuno alla contabilità del gruppo, il problema rischia di essere un altro. Attualmente non si sa grazie a chi, ma De Gaetano, non appena la decadenza delle misure glielo ha consentito, è tornato a frequentare il consiglio regionale. Una malsana abitudine, gli hanno detto in molti, che gli è costata una nuova indagine della finanza. Su mandato del procuratore aggiunto Gaetano Paci e dei sostituti Matteo Centini e Francesco Ponzetta, titolari dell’indagine Rimborsopoli, i militari si sono presentati in Consiglio regionale con l’ordine di verificare eventuali ingressi di De Gaetano negli ultimi tre mesi, ma soprattutto le modalità. In procura, pretendono di sapere se abbia a disposizione un badge ed eventualmente di chi. Ipotesi che le fiamme gialle stanno verificando e che provocano più di un mal di testa nel gruppo regionale dei dem. Un nuovo scandalo rischia infatti di travolgere anche chi ha permesso a De Gaetano di continuare a usufruire di stanze e scrivanie di Palazzo Campanella, nonostante non ne avesse alcun titolo.
Allo stesso modo imbarazzante, per i correligionari del padre senatore – che ha dribblato le misure cautelari chieste dalla procura solo grazie all’inerzia delle Camere – è l’assunzione del giovane Giuseppe Bilardi. Il ventiseienne, fino ad oggi noto come proprietario di un conosciuto b&b in città, è stato assunto come responsabile amministrativo al 50%. Lavora da gennaio, il suo è un contrattino di collaborazione coordinata e continuativa part time, ma ogni mese gli frutta « il 50% del trattamento economico pari a € 1.861,36 lordi, erogato mensilmente, previsto dalla delibera U.P. n. 16 del 05.06.2007 per il collaboratore». E così sarà ogni mese fino al 30.11.2019 (data presunta fine legislatura), salvo revoca anticipata della nomina o cessazione per qualsiasi causa della carica di consigliere regionale o capogruppo Ncd di Arruzzolo. Un rischio, ma che vale la pena correre. Chi altri offrirebbe un contratto di quasi mille euro per un semplice impiego part time?

 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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