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L'area dello Stretto muove i primi passi

REGGIO CALABRIA L’Area dello Stretto cessa di essere un concetto astratto rilanciandosi sulla scena politica e istituzionale come entità viva e pulsante, protagonista di primo piano nel cuore del M…

Pubblicato il: 06/05/2016 – 11:43
L'area dello Stretto muove i primi passi

REGGIO CALABRIA L’Area dello Stretto cessa di essere un concetto astratto rilanciandosi sulla scena politica e istituzionale come entità viva e pulsante, protagonista di primo piano nel cuore del Mediterraneo. E per contenere tutti i buoni propositi su un fronte, quello della conurbazione fra le due sponde, in realtà mai percorso con la giusta convinzione, adesso c’è anche la Conferenza permanente interregionale. L’organismo, incaricato di coordinare le politiche nell’Area dello Stretto dopo essere stato istituito con Legge regionale del 27 aprile 2015 n. 12 (Legge di stabilità), si è infatti insediato ufficialmente a Palazzo Campanella.
E che questa volta si voglia fare sul serio lo dimostra anche lo spiegamento di rappresentanze politiche, calabresi e siciliane, che ha voluto tenere a battesimo il nuovo strumento di governance con cui si cercherà la via per affermare un’idea di sviluppo che ha radici storiche antichissime. Presenti Nicola Irto, presidente del consiglio regionale, Giovanni Ardizzone, presidente dell’Assemblea siciliana, Mimmo Battaglia, il consigliere regionale che ha dato l’input a questo progetto e il collega Antonio Scalzo, sotto la cui presidenza il consiglio regionale ha dato l’avvio all’iter costitutivo. Assenti però gli attori principali di questo nuovo capitolo nelle relazioni calabro-sicule, ovvero i governatori, Oliverio e Crocetta e i primi cittadini Falcomatà e Accorinti.
Un luogo di sintesi delle politiche dedicate allo Stretto, così il presidente Irto introduce i lineamenti di una conferenza permanente la cui complessità, sotto il profilo strettamente burocratico (basti pensare alle differenze negli ordinamenti, calabrese e siciliano), avrebbe scoraggiato chiunque. «Ma questa è la via giusta – ribadisce Irto – perché quest’area e i suoi cittadini hanno bisogno di scelte condivise e di visioni comuni. L’organismo bilaterale agirà con grande vigore sugli asset strategici per lo sviluppo dei territori, a cominciare da Gioia Tauro e dal rilancio dell’aeroporto dello Stretto. La conurbazione è già realtà, da tanti anni ormai, solo che bisogna rafforzarla. Va dato atto, in questo senso, al lavoro e alla determinazione dei consiglieri Scalzo e Battaglia e del presidente dell’Assemblea siciliana, Giovanni Ardizzone, per aver reso possibile tutto ciò».
Rete dei saperi, trasporti, innovazione tecnologica e cultura. Questi gli altri piatti forti del menu proposto alla comunità cittadina dello Stretto.
Un’area che ospita circa 1,2 milioni di abitanti e che, secondo il consigliere regionale Mimmo Battaglia, «oggi può celebrare una giornata memorabile. Diamo vita ad un laboratorio di idee, primo nel suo genere nella storia del regionalismo. A breve si costituirà l’ufficio di presidenza e il comitato tecnico che con il supporto dell’università, di esperti di chiara fama e del tessuto produttivo, darà impulso ad una serie di iniziative per la creazione di un vero e proprio polo urbano che avrà un ruolo di grande rilievo non solo per il Mezzogiorno ma per tutto il sistema paese».
Un modello di governance territoriale virtuoso, insomma. È questa l’ambizione coltivata dalla nuova entità bilaterale, «preludio – afferma con decisione il presidente Ardizzone – ad una vasta azione di ripartenza del Sud che avrà Sicilia e Calabria le sue capofila. Quando le due sponde dello Stretto cooperano insieme, producono sempre buoni risultati. In passato è già accaduto, adesso possiamo ripeterci. Le profonde trasformazioni in atto sul fronte dell’ordinamento costituzionale impongono ai territori la capacità di organizzare il proprio futuro».
E in questa direzione si inserisce anche la strategia sviluppata all’interno della conferenza permanente per lo Stretto attraverso la previsione di un’unica cabina di regia fra i dirigenti generali delle Autorità di Gestione dei Fondi Por delle due Regioni, Paolo Praticò e Vincenzo Falgares. Di classico esempio di «buona politica» ha parlato Scalzo, sottolineando la necessità per le Regioni di «vincere la sfida della crescita e dello sviluppo in chiave moderna e innovativa. È necessario osare di più, stiamo attraversando una stagione difficile ed esaltante al tempo stesso. Il modello positivo che nasce oggi va esattamente in questa direzione».

Luigi De Angelis
redazione@corrierecal.it

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