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Film commission, Oliverio firma lo Statuto ad personam

CATANZARO Continua a predicare benissimo (trasparenza, legalità, meritocrazia…) e a razzolare malissimo (norme e deliberazioni ad personam, incarichi e nomine rigidamente targate Cosenza, coinvol…

Pubblicato il: 07/05/2016 – 16:54
Film commission, Oliverio firma lo Statuto ad personam

CATANZARO Continua a predicare benissimo (trasparenza, legalità, meritocrazia…) e a razzolare malissimo (norme e deliberazioni ad personam, incarichi e nomine rigidamente targate Cosenza, coinvolgimento nella gestione diretta di persone che nessun titolo hanno per frequentare gli uffici della Cittadella regionale…) il governato(re) della Calabria, Gerardo Mario Oliverio.
Ormai è un costante e quotidiano piegamento di statuti e regolamenti fino a farli combaciare con la persona prescelta dal governato(re) senza che alcuno, partito, consiglieri regionali di maggioranza, organizzazioni civiche, gli sbarri il passo o almeno tenti di farlo.
Ultimo esempio arriva dalla riforma dello Statuto che regolamenterà programmazione e nomine della Film commission regionale. C’era proprio bisogno di un nuovo Statuto? A leggere il nuovo documento approvato dalla giunta regionale pare assolutamente di no, visto che in gran parte tutto è rimasto come nel vecchio Statuto. Tranne un codicillo, anzi un passaggio messo lì tra due parentesi, nel corpo dell’articolo 11.
Riguarda requisiti e ruolo del direttore della Film commission. Leggiamolo, questo articolo ad personam: «Il direttore è nominato dal presidente della Film commission, previa comunicazione al presidente della giunta regionale. Il direttore è scelto tra persone di documentata esperienza nel campo delle attività di competenza della Fondazione, che non versino in situazioni di conflitto di interesse nei confronti dell’attività della Fondazione stessa (fatta salva l’esistenza di convenzioni sussistenti con altre Film commission). Il direttore collabora con il presidente, nella individuazione delle scelte fondamentali e delle attività tese al perseguimento delle finalità istituzionali della Fondazione. Il Direttore è il responsabile operativo della Fondazione».
La genialata, impudica, è nel passaggio che regolamenta il conflitto d’interesse: il direttore va scelto tra personalità «che non versino in situazioni di conflitto d’interesse nei confronti dell’attività della Fondazione stessa (fatta salva l’esistenza di convenzioni sussistenti con altre Film commission)». Il che significa che qualcuno che già collabora con un’altra Film commission, e che per questo col vecchio Statuto non poteva essere nominato, grazie alle alchimie del governato(re) e, qualcuno sostiene, della “dama bianca” sua musa e ispiratrice, adesso potrà diventare direttore della Film commission Calabria.
Eppure dovrebbe essere questo il massimo del conflitto d’interesse, visto che esiste, come giusto è, una forte competizione tra le tante Film commission regionali per strappare le migliori commesse. Come si regolerà un direttore che sta a cavallo tra due film commission e da entrambe viene retribuito e spesato?
Complimenti anche alla giunta regionale: doveva essere composta da tecnici al di sopra delle parti e garantire trasparenza nelle scelte strategiche, delibera come un manipolo di “yes-man” (o girl) che fa rimpiangere la più allineata delle giunte “politiche”.
Ovviamente, anche in questo caso, come per le gare della comunicazione Vinitaly e per quella di presentazione dei Por, abbiamo nomi, cognomi e indirizzi dei “fortunati vincitori”. Benvenuto (anzi bentornato), allora, al nuovo direttore della Film commission, personalità di evidente spessore, se per averla si cambia lo Statuto e si è disposti anche a condividerla con altra Film commission.
E pensare che il povero Maniaci per molto meno è stato sbattuto in prima pagina…

pa. po.

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