REGGIO CALABRIA «Per quanto tu abbia determinazione e voglia, se non hai firme e candidati non c’è niente da fare. Avevamo trovato quattro giovani che sarebbero stati disponibili a impegnarsi con noi, poi avremmo completato la lista con degli esterni. Ma poi hanno fatto un passo indietro». Così – in un’intervista a Repubblica – Anna Rita Leonardi, che già alla Leopolda aveva annunciato la sua candidatura per il Partito democratico al comune di Platì, sciolto per ‘ndrangheta, spiega la sua resa: «È stata convocata una riunione a Roma» dalla quale «è emerso che non c’erano più le condizioni per presentare una lista».
«Per un anno sono stata boicottata – afferma – non solo da una parte del paese, ma anche da una parte del mio partito regionale. Il segretario provinciale Sebi Romeo, e Magorno mi sono stati vicini, come tutto il nazionale, ma molti dirigenti locali mi hanno apertamente osteggiata e questo mi ha reso poco credibile».
«Una parte del Pd calabrese – a suo avviso – ha lavorato apertamente perché questo progetto non funzionasse». E si riserva di fare i nomi in maniera dettagliata al più presto. «Fin dal principio ho messo paletti molto chiari per la formazione delle liste. Forse ho pagato la mia rigidità. C’era chi diceva che fossi lì a fare “lo sbirro”», ma in ogni caso, «questa storia non ha nulla a che fare con la ‘ndrangheta, è solo un fallimento politico», conclude.
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