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Asi Cosenza, Tdl: Stefania Frasca può tornare al suo posto

COSENZA Non può reiterare il reato né inquinare le prove. È questa la motivazione espressa da un nuovo Tribunale del Riesame di Catanzaro che ha accolto le ragioni espresse dalla difesa di Stefania…

Pubblicato il: 09/05/2016 – 20:03
Asi Cosenza, Tdl: Stefania Frasca può tornare al suo posto

COSENZA Non può reiterare il reato né inquinare le prove. È questa la motivazione espressa da un nuovo Tribunale del Riesame di Catanzaro che ha accolto le ragioni espresse dalla difesa di Stefania Frasca. Gli avvocati Franz Caruso ed Elena Florio avevano chiesto al Tdl di revocare la misura di interdizione temporanea dai pubblici uffici per il direttore generale dell’Asi di Cosenza. Frasca è sotto processo per un’inchiesta che riguarda la gestione del Consorzio di sviluppo industriale, nella quale sono indagati anche l’ex presidente dell’Asi, Diego Tommasi, e il responsabile dell’area contabile Antonio Carlo Rango. Frasca si è ripresentata davanti al Tribunale del Riesame dopo che la Corte di Cassazione aveva dato ragione ai suoi legali che avevano impugnato il provvedimento con il quale il Tdl aveva sancito l’interdizione temporanea dai pubblici uffici per la manager cosentina. Gli ermellini avevano accolto il ricorso della difesa, ma avevano rinviato la decisione a una nuova sezione del Tdl di Catanzaro che ha rivalutare il ricorso presentato dal sostituto procuratore Domenico Assumma. Allo stato, però, cambia poco per la posizione dell’architetto: l’interdizione non c’è più ma per lei, nei mesi scorsi, è arrivata la sospensione decisa dal commissario dei Consorzi industriali calabresi, Giulio Oliverio (rispetto alla quale, dopo un altro ricorso presentato da Frasca, si pronuncerà il Giudice del lavoro).
Per il Tdl non ci sarebbe il pericolo di reiterazione del reato per il notevole tempo trascorso dalla presunta commissione dei fatti e per la circostanza che è intervenuta la nomina del commissario straordinario. Per i giudici di Catanzaro non c’è nemmeno il pericolo di inquinamento delle prove perché i documenti sono stati sequestrati, le persone informate sui fatti sono state già sentite e soprattutto c’è il processo in corso in cui alcuni testi del pm sono stati già sentiti. Per tutti questi motivi, il Tdl ha ritenuto la misura di interdizione chiesta dalla Procura «inadeguata alle circostanze concrete». 

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

 

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