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Asi Cosenza, l'economo: «Ogni pagamento era giustificato»

COSENZA «Ogni pagamento effettuato dall’Asi era giustificato dalla documentazione necessaria». È quanto ha riferito in aula Antonio Pio Nicoletti, contabile dell’Asi di Cosenza, sentito nel process…

Pubblicato il: 10/05/2016 – 17:49
Asi Cosenza, l'economo: «Ogni pagamento era giustificato»

COSENZA «Ogni pagamento effettuato dall’Asi era giustificato dalla documentazione necessaria». È quanto ha riferito in aula Antonio Pio Nicoletti, contabile dell’Asi di Cosenza, sentito nel processo sulla presunta allegra gestione del Consorzio di sviluppo industriale. Sul banco degli imputati ci sono l’ex presidente Diego Tommasi, il direttore generale Stefania Frasca (che per il momento è stata sospesa dalle sue funzioni) e il responsabile dell’area contabile Carlo Antonio Rango. I reati contestati, a vario titolo agli indagati, sono truffa, falsità documentale e abuso d’ufficio. Le indagini sono iniziate nel 2013 e prendono in considerazione tutto il 2014. Secondo quanto è emerso, tramite false dichiarazioni la direttrice del Consorzio si sarebbe autoassegnata incrementi dei suoi compensi e sia lei che l’ex presidente si sarebbero fatti liquidare rimborsi sulla base di una semplice autodichiarazione.
Il collegio, presieduto dal giudice Enrico Di Dedda, ha ascoltato Nicoletti che ha spiegato alcuni aspetti relativi ai pagamenti effettuati. In particolare, rispondendo alle domande del pm Domenico Frascino Nicoletti ha precisato che ogni pagamento effettuato dal suo ufficio era sempre motivato e supportato da documentazione giustificativa. Non è mai accaduto né gli è stato mai chiesto – ha detto in aula – di effettuare pagamenti a nessuno senza che quelle somme venissero giustificate. Sono state, poi, acquisiti i verbali di due direttori di banca. Infine, è stato ascoltato anche l’ex commissario dell’Asi Monea che ha riferito al Tribunale come la mancata corresponsione delle spettanze ai revisori da parte di Stefania Frasca derivava dall’interpretazione della normativa di riferimento. Ovvero – ha spiegato Monea – quei pagamenti dovevano essere a carico della Regione Calabria. E anche altri Consorzi, come quello di Vibo, hanno agito in tal senso. Il processo è stato aggiornato al prossimo 14 giugno.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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