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Liste Pd a Cosenza, il "cerino" resta in mano a Guglielmelli

COSENZA Finalmente sappiamo in quale mani è rimasto il cerino, relativamente alle scelte dei candidati e delle candidate da proporre ai cosentini con la lista ufficiale del Pd. Infatti l’unico a fa…

Pubblicato il: 10/05/2016 – 16:18
Liste Pd a Cosenza, il "cerino" resta in mano a Guglielmelli

COSENZA Finalmente sappiamo in quale mani è rimasto il cerino, relativamente alle scelte dei candidati e delle candidate da proporre ai cosentini con la lista ufficiale del Pd. Infatti l’unico a farsi avanti è stato il segretario provinciale del Pd di Cosenza, Luigi Guglielmelli. Sì, proprio lui, intransigente nella lontana Platì evidentemente assai meno nella sua Cosenza.
Scrive Guglielmelli: «Egregio direttore, ho letto con attenzione il suo articolo alquanto indecoroso e passibile di querela sulla composizione della lista Pd di Cosenza. Io Le posso assicurare non solo che il Pd ha presentato candidature correlate dal certificato dei carichi pendenti, ma ha anche verificato a fondo la natura di tutte le candidature. Lei deve fare i nomi. Se è un giornalista serio e ha le fonti faccia i nomi. La smetta con le insinuazioni di fatti del tutto estranei al Pd. Lei ha il dovere di dire chi è questo questo figlio di Riina in lista, deve dire a chi si riferisce. Ovviamente ci riserviamo di tutelare l’immagine e il decoro del Pd in ogni sede».
Poi ci ha inviato un sms per caldeggiare la pubblicazione del suo scritto. Siccome non abbiamo nessun timore delle sue querele; siccome non prendiamo ordini da lui su quando e come fare i nomi, che ovviamente faremo, e siccome non intediamo “smetterla”, a tale sms abbiamo replicato: «Egregio Guglielmelli, letta la sua nota, speriamo sia di parola. La attendiamo in Tribunale».
Tuttavia pare che Guglielmelli non sia tanto intenzionato a mettere in atto le vie legali, infatti, manda un altro sms: «La mia non è una minaccia. Solo una frase di rito, in questi casi vista la gravità delle affermazioni. Se mi si dice che il figlio di Riina è nelle liste del Pd mi pare il minimo. Anche se io odio querele e denunce soprattutto nei confronti della stampa. Spero si possa chiarire e discutere nel merito».
Gli rispondiamo: «Neanche la nostra è una minaccia. Ma siccome lei sa PERFETTAMENTE a cosa fa riferimento il nostro editoriale, è bene che in tribunale, dove i magistrati hanno il potere di acquisire la documentazione a sostegno della nostra pesante, certo, affermazione, si vada per stabilire se siamo dei mentitori. Pubblicheremo la sua nota e diremo che la onorabilità del suo partito passa attraverso una tutela che solo una sentenza può dare. Vale per il suo Pd e vale per noi».
Caso chiuso, lavoriamo a raccogliere riscontri e prove. Dalla indagine di Reggio Calabria (che oggi ha operato sette arresti e che contesta a notissimi personaggi anche la violazione della legge Anselmi per avere messo in piedi strutture massoniche dove mafiosi, imprenditori e politici gestiscono insieme potere e voti) comincia ad arrivare materiale prezioso. E sì, caro Guglielmelli, il “modello Reggio” torna di moda in politica. Peccato che il Pd a Reggio Calabria se ne è liberato, mentre quello di Cosenza, a voler essere buoni, stenta a farlo, anzi…

pa. po.

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