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FATA MORGANA | Chizzoniti: «Io una creatura di Romeo? Ridicolo»

Riceviamo e pubblichiamo: In relazione all’articolo dal titolo “I politici in processione da Romeo”, il cui contenuto appare saldamente ancorato ad atti processuali spericolatamente costruiti e irr…

Pubblicato il: 11/05/2016 – 14:03
FATA MORGANA | Chizzoniti: «Io una creatura di Romeo? Ridicolo»

Riceviamo e pubblichiamo:

In relazione all’articolo dal titolo “I politici in processione da Romeo”, il cui contenuto appare saldamente ancorato ad atti processuali spericolatamente costruiti e irresponsabilmente diffusi dagli organi inquirenti, dopo cinquant’anni di attività politica controcorrente, apprendo non senza sbigottire di essere, al pari di Colella, una “creatura” (sic!) dell’Avv. Paolo Romeo, e dallo stesso «indicato (a chi? Dove? Quando? Come?) espressamente – quale persona di sua fiducia – a ricoprire il delicato incarico di presidente del Consiglio Comunale di Reggio Calabria». Apprendo inoltre di avere invitato (doppio sic! Dove? Quando? Come?) l’Avv. Paolo Romeo o di averlo invitato «a presenziare all’audizione in II Commissione Consiliare Regionale (triplo sic!) per lo studio di un progetto sull’agroalimentare nella provincia reggina». 
Quanto alla prima fandonia mi è agevole rammentare agli smemorati di turno che nel contesto delle intese preelettorali afferenti la campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale di Reggio Calabria del 2002, presso l’Hotel Excelsior e alla presenza di Franco Zoccali, all’epoca segretario provinciale di An, il candidato sindaco Giuseppe Scoppelliti assunse con me l’impegno di garantire alla lista “Patto per Scopelliti Sindaco” un posto in giunta. E così fu, tant’è che all’uopo dopo la vittoria elettorale venne indicato alla carica di assessore Giuseppe Minniti, per il quale il sindaco aveva previsto l’assegnazione delle delega all Cultura e ai servizi cimiteriali. A seguito delle insormontabili difficoltà create dalla Dott.ssa Argentino Mazzitelli, tutt’altro che disponibile ad accettare la carica di presidente del Consiglio Comunale, costringendo il sindaco Scopelliti a rinviare più volte la presentazione della giunta, il primo cittadino mi chiese di rinunciare al posto in giunta offrendo la carica di presidente del Consiglio necessariamente a me spettante in quanto unico consigliere eletto, assumendo l’impegno di garantirci – a titolo risarcitorio – la presidenza di una delle società miste. Sulla scorta di questi equilibri concordati nasce la mia occasionale presidenza del consiglio comunale reggino completamente sottratta alla logica subdola ed infida diffamatoriamente prospettata sul versante investigativo. Il sindaco mantenne in parte gli impegni ut supra richiamati poiché ha riconosciuto soltanto un posto nel cda della Recasi anziché la presidenza come invece ex ante pattuito. Ovviamente visto che era stato Giuseppe Minniti – già indicato assessore – a fare un passo indietro, la visibilità nella Recasi toccò proprio al predetto dirigente del movimento politico. Quanto al secondo assunto secondo il quale nella mia qualità di presidente della Commissione di Vigilanza e Controllo avrei invitato o sarei stato invitato dall’Avv. Romeo a partecipare (?) «all’audizione in II Commissione» della quale addirittura non ero componente siamo al triplo sic, poiché mai avrei potuto farlo in quanto autentico clandestino a bordo cui sarebbe stata consentita soltanto la partecipazione asettica quindi senza diritto di voto ai lavori della stessa. Senza dimenticare che il presidente della predetta commissione (Bilancio) Imbalzano, altra vittima, è intimo parente dell’Avv. Romeo, e quindi lo stesso non avrebbe avuto bisogno di alcuna mediazione. Semplicemente ridicolo quindi l’invito di cui alla documentazione diffusa “urbi et orbi” a corredo delle misure precautelari applicate nel cui contesto tantissime persone, e fra queste stimate giornaliste, evidentemente non sufficientemente accreditate – al contrario di altri – in alcuni non sufficientemente illuminati corridoi della Procura, pur non cautelate, o avvisate ex art. 369 c.p.p., vengono con rara irresponsabilità “additate al pubblico ludibrio”. In diversi casi, semplicemente perché invitati a partecipare alla “festa del mare”.

Aurelio Chizzoniti

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