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Le trattorie della 'ndrangheta all'ombra del Cupolone

ROMA 


I bar “Pio Er Caffe'” e “L’Angolo, d’Oro”, la trattoria “Hostaria Sora Franca”, locali a due passi dal Vaticano, 10 immobili, 43 tra società o imprese individuali, 45 tra aziende commercial…

Pubblicato il: 11/05/2016 – 11:24
Le trattorie della 'ndrangheta all'ombra del Cupolone

ROMA 


I bar “Pio Er Caffe'” e “L’Angolo, d’Oro”, la trattoria “Hostaria Sora Franca”, locali a due passi dal Vaticano, 10 immobili, 43 tra società o imprese individuali, 45 tra aziende commerciali e cooperative, 30 veicoli. È il patrimonio per un valore complessivo di 25 milioni di euro sequestrato su disposizione del Tribunale di Roma, sezione misure di prevenzione, a un nuovo gruppo criminale trasversale formato da esponenti della ‘ndrangheta, della camorra e della famiglia sinti dei Casamonica.
Il maxi sequestro di beni è stato eseguito dalla polizia di Stato nei confronti di 9 personaggi legati alla criminalità organizzata. L’operazione, denominata “All’ombra del cupolone”, disposta in base a un decreto di sequestro del tribunale di Roma, è stata eseguita nell’ambito di una complessa attività di indagine di natura patrimoniale. I destinatari dei sequestri sono Francesco Filippone, 35 anni, nato a Melicucco; Alessandro Bottiglieri, 45 anni nato a Roma; Rocco Camillò, 37 anni, nato a Polistena; Marcello Giovinazzo, 46 anni, nato a Taurianova; Salvatore Casamonica, 27 anni, nato a Frascati; Roberto Giuseppe Cicivelli, 47 anni nato a Marino; Emanuele Lucci, 46 anni nato a Roma; Francesco Calvi, 57 anni, nato a Melicucco; Michele Mercuri, 48 anni nato a Melicucco. Tra i beni sottoposti a sequestro, oltre ai già citati “Pio Er Caffè”, “L’Angolo d’Oro” e “Hostaria Sora Franca”, tutti nei pressi del Vaticano, intestati formalmente a terzi – tra cui due cittadini cinesi – c’è anche una trattoria a Trastevere, formalmente intestata a una cittadina romena e a una cittadina ucraina ma riconducibile Michele Mercuri. Sigilli anche a una palestra e a un’impresa esercente di vendita di calzature a Ciampino riconducibile alla famiglia Casamonica. Tra le aziende situate fuori da Roma, invece, anche una società, la Serrmac s.a.s., con sede a Budoia (PN), per anni considerata un’eccellenza italiana nel mondo, per la costruzione di trapani a colonna e maschiatrici, acquisita a seguito di fallimento e un’azienda di somministrazione di cibi e bevande con sede a Parma.

UN NUOVO GRUPPO CRIMINALE TRASVERSALE L’indagine patrimoniale che ha portato al sequestro “all’ombra del cupolone” di patrimoni riconducibili alla criminalità organizzata – hanno sottolineato gli inquirenti della polizia di Stato – ha permesso di ricostruire la storia criminale, i molteplici legami e gli affari illeciti delle persone interessate dal provvedimento, facendo emergere quello che può essere considerato un nuovo gruppo criminale trasversale, comprendente esponenti della ‘ndrangheta, della camorra e della famiglia sinti dei Casamonica, che si sono accorati formando di fatto una società d’interessi illeciti, finalizzata a riciclare nella città di Roma i rispettivi profitti. Tutti i soggetti coinvolti, considerati dagli inquirenti dall’elevato spessore criminale, erano emersi in più riprese in alcune attività investigative svolte da diversi organi inquirenti (Procura della Repubblica di Palmi, Procura Dda di Reggio Calabria, Dda di Milano e Dda di Roma) a partire dagli anni 90 e fino al 2014, per delitti di particolare gravità, commessi anche in forma associativa, come traffico e spaccio di cocaina proveniente dalla Calabria e destinata al mercato romano. Se le indagini ed i conseguenti provvedimenti restrittivi hanno riguardato i soggetti interessati in maniera disgiunta e in tempi diversi, secondo gli investigatori il quadro che è emerso è quello di una vera e propria joint-venture criminale, eletta a sistematica fonte di profitto, attorno alla quale ruotano oltre al traffico di stupefacenti altre attività illecite come usura, estorsioni, riciclaggio, falso. Nel provvedimento, il giudice ha sottolineato la sussistenza «di concreti e obiettivi elementi, fondati su circostanze di fatto, per affermare la pericolosità sociale “qualificata”» delle persone coinvolte «poiché gli stessi – anche quando non siano direttamente appartenenti ad associazioni di stampo ‘ndranghetista – sono tuttavia pronti ad agevolare tali associazioni ed inoltre attuano altresì attività di riciclaggio… Ne emerge un complesso sistema criminale che coinvolge… tutte le società agli stessi riconducibili, le quali fungono da “contenitori” per la gestione di capitali provenienti da attività delittuose le cui prerogative sono anche quelle di costituire uno schermo atto a neutralizzare eventuali azioni giudiziarie ablative, di massimizzare, se possibile, ulteriormente i profitti ed offrire un volto presentabile di “colletti bianchi” capaci di contrattare con l’imprenditoria, ma anche con la pubblica amministrazione».

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