Notizie riservate in cambio di denaro, assolto poliziotto



REGGIO CALABRIA Esce assolto da ogni accusa per volere della Corte d’appello di Reggio Calabria il poliziotto Antonio Franco, accusato di essere a capo di un’associazione che mirava a estorcere denaro in cambio di informazioni riservate. Un reato derubricato in associazione finalizzata alla truffa già in primo grado e caduto per decisione dei giudici in secondo, trascinando con sé le contestazioni dei reati fine, dichiarate prescritte perché non più aggravate dal reato associativo. Per la Procura invece, Antonio Franco, difeso dall’avvocato Andrea Alvaro, era capo di un’organizzazione composta dall’odontotecnico Angelo Belgio e dalla moglie Rosa Bruzzese, che manipolava informazioni «da offrire (in una logica palesemente ricattatoria) ai prossimi congiunti di persone a vario titolo coinvolte (realmente o ipoteticamente) in vicende giudiziarie, spesso scaturite da indagini svolte (guarda caso) dalla Polizia di Stato e dall’indubbio impatto mediatico». 
È successo alla dirigente del settore Bilancio del Comune morta suicida, Orsola Fallara, e al fratello Paolo, a Mario Congiusta, padre dell’imprenditore Gianluca, ucciso a Gioiosa Jonica, e a Francesca Bruzzaniti, moglie e madre di Alessandro e Giuseppe Marcianò condannati all’ergastolo per l’omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale Franco Fortugno. Le vittime venivano approcciate sempre allo stesso modo, attraverso l’invio di lettere anonime, «contenenti, oltre alle richieste di denaro ed ai motivi che le giustificano, delle istruzioni, spesso connotate da una certa farraginosità, seguendo le quali si porterà a termine la “transazione”». Ricatti non più punibili, perché in assenza della contestazione associativa, sono stati divorati dalla prescrizione.

a. c.