CATANZARO «La nota di Scura ed Urbani, in merito alla vicenda della convenzione onerosa con Agenas, conferma la confusione e l’approssimazione nel procedimento proposto. Non esiste, infatti, l’istituto della sospensione in un atto amministrativo come questo». È quanto dichiara il delegato del presidente della Regione per i problemi della sanità Franco Pacenza – informa una nota dell’Uffici stampa della giunta – relativamente alla lettera inviata sulla vicenda dal commissario e dal subcommissario per il Piano di rientro nella sanità».
«Quanto al merito, è la stessa nota dei commissari a confermare – prosegue Pacenza – che non è necessaria l’attivazione di alcuna convenzione onerosa con Agenas e, quindi, che erano giuste le valutazioni fatte dalla Regione, visto che sono i commissari stessi ad avanzare un’altra ipotesi di lavoro. La Regione è impegnata, per come confermano i diversi atti amministrativi e le diverse procedure attivate, ormai prossime al completamento, nella riorganizzazione del complesso dei dipartimenti e della burocrazia regionale, con priorità assoluta del dipartimento “Tutela della Salute”. Nella stessa nota, poi, i Commissari si avventurano in valutazioni e riferimenti che nulla hanno a che vedere con i compiti della gestione commissariale».
INTERVIENE BARBANTI Sulla vicenda è interviene anche il deputato del Pd (ex M5S) Sebastiano Barbanti: «Apprendo con moderata soddisfazione la decisione della Struttura commissariale di revocare il Dca n.46 che definiva lo schema di convenzione con Agenas. Sulla vicenda ho presentato un’interrogazione insieme ad altri colleghi del Pd per richiamare i ministeri vigilanti ad un maggiore controllo sulla gestione commissariale in Calabria, a verificare la legittimità degli atti emanati, come in questo caso, e ad evitare nuovi conflitti istituzionali che non fanno bene né alla Calabria né ai calabresi».
«La sanità calabrese – prosegue Barbanti – ha bisogno di una guida autorevole e di senso di responsabilità di chi è chiamato a riorganizzare i servizi ma, nel contempo, la responsabilità di questo stato di cose non può essere addebitabile solo alla struttura commissariale. Faccio notare al presidente della Regione Mario Oliverio che ogni mese vengono pubblicati decine di decreti commissariali, quasi tutti istruiti dal Dipartimento, che non trovano attuazione per l’immobilismo alle aziende sanitarie e ospedaliere e, in alcuni casi, dello stesso dipartimento». Secondo il deputato, «far funzionare la macchina amministrativa sanitaria compete alla Regione tramite il dipartimento Salute e i direttori generali delle aziende ed è inaccettabile che atti amministrativi restino per mesi e addirittura anni in qualche cassetto impolverato. Lancio un nuovo appello al presidente della Regione Mario Oliverio di farsi carico di tutti questi disservizi, di rivedere la nuova riorganizzazione del dipartimento che, inspiegabilmente, diminuisce anziché aumentare le posizioni dirigenziali, di attuare un giro di vite sulla gestione delle aziende sanitarie e ospedaliere, che mostrano fin troppi limiti sul piano dell’efficienza burocratica».
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